MARSALA (TRAPANI) – Dal carcere di Trapani dove è rinchiuso per l’omicidio della moglie 29enne Maria Amatuzzo la vigilia dello scorso Natale a Marinella di Selinunte con dodici coltellate all’addome, il 63enne Ernesto Favara ha inviato una lettera al padre della donna che inizia con “Perdonami papà…”. Nella missiva, scritta di proprio pugno, l’ex pescatore cerca di giustificarsi per il delitto commesso e chiede scusa, aggiungendo che ha sbagliato e che è affranto.
Il suocero, tramite il suo legale, fa sapere che non avrà mai alcun sentimento di perdono nei confronti dell’uomo che gli ha portato via così brutalmente la figlia. “La lettera – commenta il legale – secondo me, è indicativa della personalità di questo soggetto”. Maria Amatuzzo è stata uccisa all’interno della casa in cui fino a poco tempo prima viveva con il marito, che lei aveva deciso di lasciare. Favara è stato bloccato dai carabinieri, avvertiti da alcuni vicini di casa che avevano udito le grida.