La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura presso il tribunale di Enna, annullando il decreto del gip che aveva disposto l’oscuramento del post pubblicato sul profilo Facebook della corrispondente dell’Ansa contenente le chat a sfondo sessuale intercorse fra il sacerdote Giuseppe Rugolo, ai domiciliari nel 2021 per violenza sessuale a danno di minori, e altri giovani.
La vicenda traeva origine dalla querela sporta da don Rugolo contro la giornalista, che aveva pubblicato alcuni messaggi estrapolati dalle chat whatsapp dell’imputato, dopo le notizie pubblicate da due siti on line che avevano escluso la presenza di materiale a sfondo sessuale nei supporti informatici del sacerdote. Le chat, pubblicate sul profilo della giornalista, ma già contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, testimoniano inequivocabilmente il tenore delle conversazioni fra il sacerdote e i ragazzi.
Il post, dunque, resterà pubblico e nella disponibilità dei lettori. La Procura di Enna aveva già rigettato la richiesta avanzata, sempre da Don Rugolo, di sequestro della totalità degli strumenti informatici in uso alla giornalista. “E’ chiaro l’intento di Rugolo e della Diocesi di Piazza Armerina di imbavagliare l’informazione e di colpire coloro che stanno sostenendo e difendendo il giovane che ha denunciato. Sono contenta che sia giunto dalla Cassazione questo segnale a favore dell’informazione libera”, ha commentato la giornalista Pierelisa Rizzo.