In medicina, nella sperimentazione farmacologica e nella ricerca scientifica, il tema delle differenze di genere è storia recentissima. Non c’è dubbio che la medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti specifici correlati alla riproduzione. La medicina di genere è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come “lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona”. È noto che le donne si ammalano di più, consumano più farmaci e sono più soggette a reazioni avverse, oltre che essere socialmente ‘svantaggiate’ rispetto agli uomini.
Inoltre, nei Paesi occidentali, nonostante le donne vivano più a lungo degli uomini, l’aspettativa di ‘vita sana’ è equivalente tra i due sessi. La gestione di un approccio di genere viene affrontata per il secondo anno dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico-San Marco” diretta da Gaetano Sirna, su iniziativa delle Unità Operative Semplici “Educazione alla Salute” con la responsabile Rosalba Quattrocchi e “Formazione e Aggiornamento” sotto la responsabilità di Angelo Gambera. L’incontro ha messo a fuoco la sfera neurologica e psichiatrica del paziente adulto e adolescente di cui si occupano la dirigente medico Rosalia Ragusa, Ludovica La Torre medico in formazione, Alessandra Nicoletti dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia, Rita Maria Elisa Barone del reparto di Neuropsichiatria con Vincenzo Guardabasso referente del tavolo tecnico aziendale per la Medicina di Genere.
Interessanti alcuni studi sulla depressione negli adolescenti dai quali è possibile evincere, ad esempio, la maggiore reattività emotiva agli stress da parte delle ragazze piuttosto che dai ragazzi. Tra l’altro, i disturbi d’ansia, della condotta alimentare e dell’umore sono maggiormente rintracciabili negli adolescenti del sesso femminile e meno in quelli di sesso maschile. Per quanto riguarda poi le strategie di gestione delle emozioni sempre tra i giovanissimi, i ragazzi reagiscono di più facendo uso di alcol mentre le ragazze hanno un maggior ‘effortful control’, cioè una migliore capacità di regolare il comportamento sostituendo un comportamento dominante qualora il contesto lo richieda.
È stato ampiamente dimostrato, del resto, che a livello cellulare numerosi determinanti (genetici, epigenetici, ormonali e ambientali) sono alla base delle differenze tra cellule maschili e femminili e di conseguenza, a livello mondiale, sono state date indicazioni per affrontare in modo corretto tutte le fasi dalla ricerca sperimentale. Infatti, per molto tempo negli studi clinici i soggetti arruolati sono stati prevalentemente di sesso maschile, negli studi preclinici in vitro (su linee cellulari o cellule isolate) non è stato riportato il sesso di origine dell’organismo da cui derivano le cellule e per quelli in vivo (su animali da esperimento) sono stati usati animali di sesso maschile.