ROMA – “Sono dati pessimi”, secondo l’Unione nazionale consumatori, quelli dei rincari di benzina e gasolio dell’ultima settimana pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. “Il gasolio sfonda quota 1,9 euro. Come temevamo, con l’avvicinarsi della data del 5 febbraio, ossia dell’embargo dell’Ue ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia, i prezzi hanno preso il volo – osserva il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona – Ecco perché la decisione del Governo di rialzare le accise e quindi i prezzi di 18,3 cent al litro è a dir poco irresponsabile. In una sola settimana la benzina costa il 2,29% in più, oltre 4 cent al litro, pari a 2 euro e 9 cent in più per un pieno da 50 litri, il gasolio rincara dell’1,98%, pari a 1 euro e 86 cent in più per un pieno”. “Rispetto al 31 dicembre 2022, oggi un litro di benzina costa quasi 23 cent in più, con un rincaro del 13,8%, pari a una stangata di 11 euro e 36 per un pieno da 50 litri, 273 euro su base annua considerando 2 pieni di carburante al mese a famiglia, mentre il gasolio sale del 12%, oltre 20 cent al litro, pari a 10 euro e 22 cent a rifornimento” prosegue Dona. “L’idea del Governo contenuta nel decreto legge n.5/2023 di intervenire sulle accise solo se il prezzo aumenta sulla media del precedente bimestre rispetto al valore indicato nell’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria presentato è a dir poco da incompetenti. Va ripristinata l’agenda Draghi: bisogna intervenire subito quando serve. Se non si riabbassano ora – conclude Dona – le accise si rischiano pericolosi effetti moltiplicativi sull’inflazione che ridurranno i benefici che si avranno dal calo del prezzo del gas”.
“Si abbassino le accise, rischi per l’inflazione”
Unione nazionale consumatori segnala nuovi rincari sui carburanti