CATANIA – “Sono assolutamente innocente dai reati che mi contestate, gli ho soltanto dato un passaggio in auto”. Lo ha detto, facendo spontanee dichiarazioni al Gip, il 55enne Luciano Valvo, fermato dai carabinieri per concorso in omicidio, su disposizione della Procura di Catania, nell’ambito dell’inchiesta su uno dei due femminicidi di Riposto. L’indagato si è poi avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo l’accusa, con la sua Volkswagen Golf nera avrebbe accompagnato Salvatore La Motta, l’ergastolano di 63 anni che poi si è suicidato, sul luogo del delitto di Melina Marino, nel lungomare della città ionica. Il suo difensore, dopo l’interrogatorio di convalida, ha precisato che “non è vero che Valvo abbia accompagnato La Motta a casa dopo il delitto, come si può rilevare dall’analisi del gps della sua auto e che non stava scappando quando è stato arrestato, perché era a casa”.
Il legale ha precisato che il suo assistito “non ha neppure un cellulare con cui comunicare” e che questo “va a suo favore per eventuali appuntamenti telefonici che non poteva assolutamente prendere”. L’avvocato Iofrida, a conclusione dell’interrogatorio, che si è svolto in collegamento su una piattaforma social con lui e Valvo dal carcere e Gip e il pm da Palazzo di giustizia, ha presentato al giudice Luca Lorenzetti un’istanza di scarcerazione immediata per il concorso in omicidio e, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari se dovesse derubricare il reato in favoreggiamento personale. Il provvedimento di fermo della Procura distrettuale etnea si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre e del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania.