L’edilizia siciliana, fatta per lo più di piccole imprese, rischia il tracollo dopo il blocco del superbonus deciso dal governo Meloni. Fronte comune nell’Isola tra l’Associazione dei costruttori e i sindacati. Da Palazzo Chigi si difende il decreto (“A ogni italiano il superbonus è costato 2.000 euro. Quando spende lo Stato non è nulla gratis” dice la premier). Ma l’allarme unanime ha sortito un primo effetto. La premier ha assicurato: “Convocheremo tutte le associazioni per chiedere come possiamo aiutarle e per mettere tutto su un binario sensato. Ora dobbiamo cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende”. Di queste 14 mila sono siciliane. Con loro lavorano 55 mila edili. Il 40% per cento di questi aveva trovato il posto grazie al superbonus.
“Gli effetti sul nostro tessuto produttivo delle scelte del governo potrebbero essere devastanti. Il 90 per cento delle nostre imprese è di piccole dimensioni”, afferma Paolo D’Anca, segretario regionale della Filca Cisl. “Nel Palermitano – sottolinea il segretario della Feneal Uil Tirrenica, Pasquale De Vardo – il fallimento coinvolgerebbe 10 mila edili. Il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura è un provvedimento assurdo e inaccettabile”. De Vardo, in una dichiarazione congiunta con Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, aggiunge: “E’ indispensabile che il governo Meloni torni immediatamente sui suoi passi e apra un confronto vero con le parti sociali nazionali del settore. Il quadro è assolutamente funesto anche nella realtà provinciale di Messina: quasi 5.000 lavoratori messinesi da qui a breve perderanno il posto di lavoro e circa 1.500 imprese impiegate nell’edilizia privata saranno costrette a dichiarare fallimento: un’ecatombe”.
Per Piero Ceraulo della Fillea Cgil Palermo “nel capoluogo, negli ultimi anni, si è determinata una bolla espansiva significativa, che ha generato una nuova occupazione che da decenni non vedevamo nel settore delle costruzioni. Parliamo di quasi quattromila lavoratori in più negli ultimi 2 anni. Il mancato introito dei crediti già maturati per lavori già eseguiti da un lato e la definitiva chiusura dei meccanismi incentivanti, stanno già generando un corto circuito del sistema imprenditoriale palermitano che colpirà famiglie e lavoratori”.
Non cambia il tenore delle dichiarazioni dal fronte imprenditoriale. La presidente dell’Ance Federica Brancaccio ha detto: “Giusto guardare alle coperture, ma bisogna ricordare che il superbonus è nato in un momento di crisi per dare una spinta all’economia e l’ha data. Poi ci sono state modifiche. Questo mina le certezze. La sfiducia tra Stato e cittadini ha un costo sociale altissimo. Se nessuno si fida, tutto si blocca. Con un risvolto anche economico oltre che nelle urne”.