CATANIA – Stop alla proliferazione selvaggia di chioschi a Catania per l’assenza di un regolamento che ne disciplini i criteri di installazione. Nella serata di ieri il Consiglio comunale con 20 voti favorevoli e 11 astenuti ha deliberato l’adozione di norme per la disciplina dei chioschi in città, poiché l’assenza di regole in materia ha causato anche numerosi contenziosi che hanno visto spesso l’ente soccombere, con la conseguente condanna alle spese legali per il Comune.
La proposta d’iniziativa consiliare, avviata nel 2020 dai consiglieri Bartolo Curia e Manfredi Zammataro, dopo numerosi approfondimenti tecnici e diverse sedute dedicate all’argomento senza che si raggiungesse un’intesa, è stata adottata ieri sera anche sulla scorta di due maxi emendamenti degli stessi consiglieri proponenti la delibera e un altro presentato dal consigliere Luca Sangiorgio.
In dettaglio il regolamento disciplina i criteri di collocazione e le caratteristiche tecniche delle strutture da realizzare, i requisiti igienico sanitari da possedere, le procedure di affidamento con modalità a evidenza pubblica e gli obblighi del concessionario. Con gli emendamenti integrativi approvati nella seduta dello scorso 13 gennaio nel documento viene precisato, tra l’altro, che i chioschi sono da considerare quelli adibiti per la rivendita di giornali e riviste; per la vendita di fiori. artigianato, souvenir, produzioni artistiche tipiche, oggettistica, libri, promozioni turistiche, informazioni e i chioschi per la vendita di generi alimentari anche sfusi come dolciumi, gelati, panini, prodotti tipici e bibite. Stabilito anche che la zona circostante i chioschi venga curata dagli stessi concessionari dei chioschi che dovranno anche provvedere a fornire l’area di contenitori per la raccolta differenziata.
“I chioschi – ha commentato il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi – rappresentano attività stabilmente radicate nel tessuto economico e sociale di Catania e garantiscono un rilevante canale occupazionale e reddituale per gli operatori del settore, che da decenni attendono una regolamentazione che ne disciplini l’attività. Finalmente adesso è arrivata”.