La Lega spacca il centrodestra. O almeno ci prova. A Catania, il Comune più importante d’Italia chiamato alla tornata delle prossime amministrative, Matteo Salvini spinge la deputata Valeria Sudano a fare un passo oltre il sottile limite delle trattative facendole annunciare pubblicamente una candidatura alla poltrona di sindaco di Catania che lei stessa fatica ancora a digerire. Nella confusione gestionale interna a Fratelli d’Italia, la Lega prova ad avvantaggiarsi spiazzando tutti gli alleati. Il nome di Valeria Sudano circolava già da settimane a Catania, ma sembrava essere solo un pungolo nei confronti del partito di Giorgia Meloni per accelerare le scelte su un nome condiviso e benedetto da Roma.
E invece Fratelli d’Italia è rimasta ferma attorno a tre nomi (Ruggero Razza, Sergio Parisi e Pippo Arcidiacono) che a parere della stessa Lega siciliana, non scaldavano più di tanto la piazza. Confermando di aver concordato l’uscita con lo stesso Matteo Salvini, la Sudano rivela in una intervista al quotidiano La Sicilia che “la sua candidatura non nasce per creare divisioni o frizioni ma per esclusivo senso di responsabilità e di gratitudine nei confronti una straordinaria comunità cittadina”. Ma di fatto le crea. Perché mette il dito nella piaga della gestione di un partito diviso in correnti e che in Sicilia orientale non trova una guida unica e sicura.
Lunedì prossimo i leader regionali dei partiti della coalizione si vedranno nel corso di un riunione programmata già questa settimana ma, alla luce delle novità emerse nelle ultime ore, con la Sudano di fatto candidata, i tempi stringono. Domani sera si vedranno a Catania i vertici del partito provinciale nel tentativo di tirare fuori un nome autorevole che possa convincere la Lega e rientrare dalla fuga in avanti.
Ma il tempo stringe e ogni giorno che passa è un giorno guadagnato da Salvini e per la sua strategia di togliere il pallino del gioco dalle mani di Fratelli d’Italia. Anche in considerazione del fatto che in Sicilia continua a circolare l’idea delle elezioni anticipate, dal 28-29 maggio al 14-15 maggio, spinta dal presidente Schifani per uniformare la data a quella presunta per le elezioni amministrative nel resto d’Italia. Per ora solo un’ipotesi che, se si concretizzasse, metterebbe ancora più in crisi la precaria unità del centrodestra siciliano.