PALERMO – “E io qua sono bloccato con le quattro gomme a terra, cioè a terra nel senso non di bucate. Sull’asfalto. E non si muove per le commemorazioni di sta minchia”: così il boss Matteo Messina Denaro il 23 maggio, giorno delle commemorazioni della strage mafiosa di Capaci, costata a vita al giudice Giovanni Falcone, esprimeva in una chat con alcune pazienti conosciute durante la terapia oncologica, il suo fastidio perché, a causa delle celebrazioni, era rimasto bloccato nel traffico.
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“Porco mondo”, imprecava nel messaggio registrato, e concludeva “qua mi sono rotto i co.. di brutto”. Messina Denaro, che non avrebbe rivelato alle donne la sua identità, raccontava loro della sua malattia e si confidava. “Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è squallido, avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?”, scriveva.
In uno dei messaggi il boss, che aveva raccontato di essere un imprenditore divorziato, riferisce di un desiderio espresso dalla madre. “C’è Anna, sarebbe la ragazza che sta assieme a mia madre. Ieri sera mi cerca, ha trovato un foglio scritto di pugno da mia madre. Si rivolge a me e dicendo che quando sarà morta, al suo funerale, ma chi lo dice che io muoio dopo di lei, lei non lo sa questo ma lo so io – commenta -, vuole la banda musicale che deve suonare un unico motivo, la marcia del kaiser, quella che fanno a Vienna per il capodanno. E quindi ora vuole sta cosa allora si deve fare perché le volontà delle persone si mantengono”.