“Un luogo che è testimonianza delle più alte vette culturali che l’antichità ha espresso in Occidente non è certo il più congruo a ospitare i concerti pop-rock, tanto cari all’amministrazione. Concerti che, proprio per il forte impatto antropico, vengono usualmente allocati in stadi e grandi piazze”. Italia Nostra lancia un appello all’amministrazione locale e alla politica per ‘salvare’ il teatro greco di Siracusa dai pericoli che potrebbe correre per utilizzo improprio del sito.
“Il teatro greco di Siracusa, emblema planetario della città e segno della sua grecità, presenta il conto del tempo. Ma c’è chi non se cura. Il vulnus del monumento, secondo archeologi, storici, petrografi, è l’alveolatura della roccia: in essa ristagna l’acqua piovana che, lentamente ma inesorabilmente, intacca il calcare; inoltre, tra alveoli e fessurazioni si insedia una rigogliosa vegetazione spontanea. Tuttavia, mentre gli specialisti, archeologi, storici, petrografi, esprimono preoccupazione e sollecitano interventi di restauro conservativo e di più puntuale manutenzione, gli amministratori pensano solo a quanti concerti pop-rock potervi ospitare” è il grido di allarme di Italia Nostra che chiede una diversa allocazione della ‘sfilza’ di concerti 2023 previsti al teatro geco, “sia per l’incongruità storico-culturale, sia per l’impatto antropico, sia per liberare le gradinate al termine delle rappresentazioni classiche, consentendo in tal modo ai visitatori di godere del teatro nella sua magnificenza e alla pietra di ‘respirare’, come sostengono gli esperti di petrografia”.
L’organizzazione ricorda che, proprio a Siracusa, fu firmata nel 2005 la “Carta di Siracusa” per la tutela e la fruizione sostenibile delle architetture teatrali antiche. “Purtroppo – conclude Italia Nostra – la valutazione storico-archeologica sta in capo a organi politici, piuttosto che tecnici. In tal modo, eventi e indotto valgono per quanto rendono alla città. L’usura e i rischi strutturali del teatro passano in seconda linea”.