CATANIA – La situazione occupazionale delle donne catanesi è drammatica: in città soltanto il 21% è occupato, la disoccupazione raggiunge quota 20,5%. Il 26% delle cittadine si trova a lavorare in regime di part time involontario, mentre il 21% opera sulla base di contratti precari. Oppure subiscono salari bassi con un “gender pay gap” del 33% nel settore privato. Il 20% sono madri Neet (cioè né occupate, né inserite in un percorso di istruzione o di formazione), mentre le Neet tra i 15 e i 34 anni si attestano intorno al 53%, di cui il 16% sono in possesso di laurea.
Sono questi i dati più importanti diffusi stamattina nel corso della presentazione della “Piattaforma nazionale per le politiche di genere – Belle Ciao” organizzata dalla Cgil e dal Coordinamento donne del sindacato, che sottolineano “ancora una volta il divario occupazionale, salariale e nelle progressioni di carriera che continua a penalizzare le donne. E ciò accade a maggior ragione in una città sempre più marginale e povera come Catania”.
L’evento è stato organizzato In vista delle iniziative per la “Giornata internazionale dei diritti della donna”. Con una novità: l’iniziativa è stata l’occasione per un confronto tra donne del sindacato e donne imprenditrici. Nel corso dell’incontro è stato ricordato il ruolo delle donne che in Paesi difficili come Iran, Afghanistan, Birmania e Ucraina lottano ogni giorno per la propria libertà e persino per la sopravvivenza.