Le cadute rappresentano il più comune evento avverso negli ospedali e nelle strutture residenziali e quasi sempre colpiscono persone fragili, molte delle quali affette da demenza. Il rischio di caduta, seppure sempre presente, è diverso per i vari setting assistenziali. Le persone che cadono la prima volta presentano un rischio elevato di cadere nuovamente durante lo stesso anno e possono riportare, come conseguenza del trauma, danni anche gravi, fino a giungere, in alcuni casi, alla morte. Il numero di anziani ricoverati in ospedale o presso residenze sanitarie assistenziali che va incontro a cadute è elevato, la metà degli anziani che riporta una frattura di femore non è più in grado di deambulare e il 20% di essi muore, per complicanze, entro 6 mesi. Le cadute possono determinare nei pazienti: paura di cadere di nuovo, perdita di sicurezza, ansia, depressione, fattori che possono condurre a diminuzione dell’autonomia, aumento della disabilità e, in generale, a una riduzione anche molto significativa della qualità della vita.
Dei danni di tipo fisico e psicologico che le cadute avvenute in un contesto di ricovero comportano hanno parlato gli esperti chiamati dall’associazione ‘Amici del Garibaldi’ a un evento scientifico sul delicato tema tenuto nell’auditorium dell’Istituto medico psico-pedagogico ‘Lucia Mangano’ di Sant’Agata li Battiati. Il presidente dell’associazione, Giuseppe Zuccarello, e il vicepresidente Nino Pavone (entrambi nella foto), hanno evidenziato un aumento della degenza, attività diagnostiche e terapeutiche aggiuntive ed eventuali ulteriori ricoveri dopo la dimissione, con un incremento dei costi sanitari e sociali. Delle linee di indirizzo ministeriali alla procedura aziendale ha riferito Anna Colombo, responsabile del Rischio Clinico del Garibaldi, mentre Alessia Arcidiacono, infermiera, ha specificato la valutazione dei pazienti a rischio cadute.
Come prevenire in modo multifattoriale le cadute con interventi assistenziali appropriati e strategie ambientali è stato il tema sviluppato dal coordinatore di area infermieristica del Garibaldi, Giovanni Lo Grasso, mentre la neurologa Giusi Vitale ha affrontato un particolare aspetto delle cadute che avvengono nei pazienti epilettici. Si chiamano drop attack, cioè attacchi con caduta improvvisa a terra, e sono dovuti a varie cause che comportano la perdita dell’equilibrio, senza alcun segno di perdita di coscienza e con pronto recupero nel giro di secondi o minuti.