RANDAZZO (CATANIA) – I carabinieri di Randazzo hanno denunciato per detenzione illegale di armi e munizioni Salvatore Sangani, elemento apicale dell’omonimo gruppo criminale. In un fossato coperto da pietre in contrada Dagala Longa, vicino a un ricovero abusivo per pecore, i militari dell’Arma hanno trovato due fucili con matricola abrasa in perfetto stato d’efficienza e otto cartucce. Le armi erano nascoste in buste di plastica con un contenitore di olio per lubrificarle e mantenerle funzionanti e a una tessera telefonica plastificata priva di sim card, ma riportante un’utenza telefonica, intestata ad un familiare dell’indagato. Le armi sono state sequestrate e destinate ad accertamenti tecnico balistici per verificare se siano state utilizzate per commettere delitti.
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Salvatore Sangani risulta attualmente detenuto nell’ambito dell’operazione dei carabinieri “Terra Bruciata”, la quale ha consentito di monitorare le evoluzioni delle dinamiche associative del clan Laudani, individuando in Salvatore ‘Turi’ Sangani il referente nell’area di Randazzo per Di Mauro Paolo, apicale riferimento, finché in vita, della cosca Laudani per l’intera fascia jonico-etnea. Le armi sono state trovate durante un’operazione di ricerca dei carabinieri in un terreno in contrada Dagala Longa. L’area, secondo la Procura di Catania, risulta da decenni nella piena disponibilità dei Sangani i quali, come emerso nel corso delle indagini di “Terra Bruciata”, la utilizzavano, fino al momento del loro arresto, per il pascolo abusivo di bestiame e il ricovero di quest’ultimo in fabbricati eretti senza alcuna concessione edilizia in quella stessa area, ma anche per svolgere incontri finalizzati a stabilire le attività illecite da compiere, nonché per occultarvi armi, munizioni e sostanze stupefacenti.