Il campo progressista è a pezzi. Moralmente prima di tutto e poi politicamente. La notizia del ritiro di Emiliano Abramo dalla corsa a sindaco di Catania ha certamente scosso la coalizione, totalmente spiazzata dalla scelta del presidente della comunità di Sant’Egidio. Una scelta “spinta da motivi personali e familiari”, comunica lo stesso Abramo in una nota ufficiale.
Inspiegabile decisione, soprattutto perché arriva a pochi giorni da un comunicato stampa diffuso con grande soddisfazione da tutto il campo progressista. E allora la domanda che alimenta i retropensieri è: non è che i motivi familiari nascondano di fatto un motivo politico o uno scollamento di idee con i capi del fronte progressista? Può essere che Abramo abbia ricevuto pressioni da qualcun altro? Può essere che Abramo si sia inventato una scusa legata a questioni di salute familiare così credibile da sembrare vera?
A fare le precisazioni ci pensa il diretto interessato con un post su Facebook: “Solo per chiarezza: ribadisco la mia presenza a sostegno del fronte progressista proseguendo, senza alcuna perplessità, il lavoro al quale correttamente e rispettosamente ho partecipato fin dal suo inizio – scrive Abramo – in secondo luogo gratitudine ai tanti messaggi di affetto ed amicizia ricevuti in queste ore; terzo ma ancora più importante chiedo rispetto per la mia vita privata. Le chiacchiere le affidiamo ancora una volta ai chiacchieroni…”
Adesso i partiti del campo progressista dovranno scegliere un altro candidato di sintesi. Circola il nome di Niccolò Notarbartolo, commercialista ed ex consigliere comunale di area di sinistra e quello del professore Maurizio Caserta, ordinario di Economia politica dell’Università di Catania già in passato candidato sindaco da civico alle amministrative. Il M5s sembra risoluto: al tavolo ci sarà il nome del consigliere comunale uscente Graziano Bonaccorsi, con una disponibilità alle aperture al Pd quasi esaurita dopo il caso Abramo.
Chi sta alla finestra a guardare le mosse del campo progressista è Enzo Bianco, già in campagna elettorale da candidato civico. E’ chiaro che quello dei moderati di centrosinistra è un mondo che lui conosce bene, un’altra scelta sbagliata o un candidato poco riconoscibile non farà altro che il gioco dell’ex sindaco della primavera catanese, che in città gode ancora di un buon riconoscimento personale.