CATANIA – Sit-in questa mattina dei lavoratori di Almaviva che sono tornati nuovamente sotto la prefettura di Catania per stimolare, ancora una volta, l’attenzione da parte del governo nazionale su una vertenza che si protrae ormai da diversi mesi. Nella città etnea sono 180 i posti di lavoro a rischio dopo la chiusura a fine dicembre del servizio 1500 (creato durante l’emergenza Covid) e si attende la riapertura del tavolo ministeriale di concertazione per riavviare le procedure di salvaguardia del personale.
Un’accorata richiesta, quella di poter ritornare a discutere sulla delicata situazione a Roma, che le sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Ugl Comunicazioni catanesi hanno affidato nelle mani del capo di gabinetto dell’ufficio territoriale del governo. Questione che, adesso, verrà rappresentata al ministero dell’Impresa e del made in Italy, al ministero del Lavoro e politiche sociali e al ministero della Salute, nella speranza di poter riattivare lo stesso 1500 con affidamento ad Almaviva, prima di procedere ad una nuova gara d’appalto per garantire continuità all’attività di contact center pubblica sulla sanità nazionale.
“Ringraziamo il prefetto che, anche questa volta, ha voluto aprire le porte della prefettura ai lavoratori di Almaviva per ascoltare le loro istanze e portarle nei tavoli ministeriali – dicono i segretari Gianluca Patanè di Slc Cgil, Anna Orifici delegata Fistel Cisl, Gaetano Cristaldi di Uilcom e Angelo Arcarisi di Ugl Telecomunicazioni. Continuiamo a rimanere in apprensione per i colleghi che rischiano di rimanere senza lavoro e, per questo, chiediamo al governo di fare presto sull’approvazione dell’atteso decreto legge necessario a sbloccare la situazione e tutelare i livelli occupazionali.”