Andare in sala parto per il partner della futura mamma non è proprio una passeggiata, specie per i non addetti ai lavori. La fase espulsiva, infatti, può durare anche molto a lungo. In Italia, però, soltanto otto futuri padri su 100 si fermano sulla soglia; tutti gli altri, soprattutto al Nord-Ovest, assistono al lieto evento. Si tratta ormai di una consuetudine, di un dato di fatto: lei se lo aspetta, lui pensa che sia doveroso, oltre che un suo diritto.
Condividere la nascita di un figlio significa diventare genitori insieme ed anche numerosi studi scientifici dimostrano che un papà emotivamente coinvolto fin dai primi istanti di vita del figlio potrà essere un padre più empatico e accudente. Inoltre anche la percezione del dolore durante il parto è minore per la donna, avendo accanto una persona cara e di cui ha piena fiducia.
Naturalmente quasi sempre questa persona è il partner. Ma non è sempre così. Assistere alla sofferenza della propria compagna, la vista del sangue e delle secrezioni che accompagnano il parto possono avere effetti deleteri sull’uomo e sulla coppia, anche a lungo termine, soprattutto nell’ambito della vita sessuale. Altri studi registrano, infatti, un maggior numero di separazioni tra le coppie in cui la nascita di un figlio è stata condivisa. Senza contare che l’ansia paterna può trasmettersi alla mamma, interferendo sul fisiologico rilascio ormonale di ossitocina, favorevole al parto.
Si tratta, insomma, quando si parla di parto di coppia o meno, di una decisione delicata, che va affrontata con largo anticipo. Ma adesso, almeno all’ASP di Catania, è tornata la libertà di scelta dopo i blocchi imposti dalla Pandemia. Nei punti nascita degli ospedali di Acireale (nella foto l’equipe di ostetricia con al centro il direttore del dipartimento materno infantile, Angelo Tarascio), Biancavilla, Bronte e Caltagirone, i papà possono di nuovo entrare in sala parto per assistere le compagne dal momento del travaglio alla nascita del figlio e al rientro in stanza di degenza. “Ritorniamo alla normalità, dopo il periodo Covid, per garantire vicinanza e supporto alle neomamme in tutte le fasi del parto – afferma il direttore sanitario aziendale, Antonino Rapisarda – e permettere alla coppia di condividere insieme il meraviglioso evento della nascita del loro figlio”.