TRIESTE – Una tragedia che ha colpito l’Italia intera per il valore iconico della professione di una delle due vittime, abituata a evoluzioni mozzafiato in tutto il pianeta con le Frecce Tricolori e che ha invece trovato la morte mentre era alla cloche di un ultraleggero in una breve uscita con un parente. Se ne è andato così Alessio Ghersi, il capitano dell’Aeronautica militare di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, deceduto nell’incidente aereo sui monti del Friuli. L’ufficiale era assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale sin dal 2018: nella formazione a dieci velivoli delle Frecce occupava il posto di Pony 5: il secondo gregario alla destra del capo formazione. Dopo aver volato per due stagioni nella posizione di Pony 8, dallo scorso anno era stato spostato nella nuova posizione, che era stata confermata anche per il fitto programma di eventi in calendario nel 2023.
Ghersi era entrato in Aeronautica Militare nel 2007 con il corso ‘Ibis V’ dell’Accademia. Dopo le scuole di volo era stato assegnato al Quarto Stormo di Grosseto, dove aveva conseguito la qualifica di pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, svolgendo attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato. E poche settimane fa, ospite del liceo dove aveva studiato a Domodossola, aveva incitato i ragazzi “a seguire con concretezza i propri sogni, sapendo cogliere vittorie e sconfitte, nella consapevolezza che occorre impegno e sacrificio per raggiungere i risultati”. Il velivolo su cui si è schiantato sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), a un’altezza di circa 800 metri, era un Pioneer 300 costruito dalla Alpi Aviation di Pordenone.
Ghersi e il suo amico erano decollati dall’aeroporto di Campoformido, dove l’ultraleggero era custodito e costantemente manutenuto in un hangar, attorno alle 18 di ieri. Si tratta di un aereo biposto, di proprietà dell’Aviazione, in uso ai piloti delle Frecce tricolori per voli di diporto. I corpi carbonizzati delle due vittime sono stati portati a valle già nel corso della notte, quando è giunta l’autorizzazione del magistrato di turno della Procura di Udine. I rottami – sparsi per decine di metri nel fitto del bosco – sono sotto sequestro: la Procura di Udine ha delegato le indagini ai carabinieri e aperto un fascicolo a carico di ignoti per disastro aereo e omicidio colposo, posto che dai primi accertamenti sembrerebbe escluso l’errore umano: gli investigatori concordano infatti sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile, dal momento che il capitano aveva una vastissima esperienza e, nonostante questo, non sia riuscito a condurlo a terra. E un’altra inchiesta, più tecnica, è stata aperta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.
Sono stati i colleghi della vittima a dare la notizia alla vedova, che lavora all’aeroclub di Campoformido. La donna era con la moglie del cugino, anch’egli perito nell’incidente aereo: la seconda vittima è Sante Ciaccia, di 35 anni, originario di Monopoli, in provincia di Bari, ma residente a Milano. Le due vittime stavano facendo un sorvolo serale di qualche minuto – lo schianto è avvenuto attorno alle 18.30, pare già sulla via del ritorno in direzione Venzone – per ammirare il paesaggio montano del Parco delle Prealpi Giulie. Un’uscita di svago favorita dal fatto che il parente era giunto in Friuli per assistere all’Airshow delle Frecce, in programma alla Base di Rivolto per domani, ora annullato in segno di lutto dai vertici dell’Aeronautica militare.
Oltre al Soccorso alpino della guardia di finanza, fondamentale durante l’emergenza è stato il ruolo dei tecnici del Soccorso Alpino del Friuli, in zona con numerosi volontari. L’area in cui il velivolo è precipitato è molto distante dai centri abitati. Una volta raggiunto il bosco, con i fuoristrada, è stato necessario camminare per circa 20 minuti per raggiungere il punto dove l’ultraleggero è precipitato prendendo fuoco. Da quanto si è appreso, al momento del tragico incidente le condizioni meteo erano buone: non c’erano problemi di visibilità. Cordoglio e dolore sono stati espressi dalle massime cariche dello Stato a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.