CATANIA – “Il Pnrr rimane ancora una grande opportunità per Catania e la sua provincia, ma troppi sono i dubbi e le grandi occasioni perdute da parte del Comune e della città metropolitana, anche in ambiti molto importanti”. Nel corso di “Emergenza Pnrr, bisogni, proposte, iniziative”, l’incontro pubblico organizzato dalla Cgil di Catania, è stato tracciato un identikit di massima degli interventi programmati. Il responsabile del monitoraggio Antonio Pioletti ha fatto riferimento ai Piani integrati che sembrano avere tenuto conto di suggerimenti avanzati da varie associazioni (parco urbano di Librino, parco urbano di Monte Po-Acquicella, interventi di riqualificazione urbana a San Berillo), a cui sono stati aggiunti altri interventi nelle zone di Ognina e piazza Lupo. “Ma non si sa nulla dei contenuti delle progettazioni in itinere – ha detto Pioletti – per la mancanza di confronto con le associazioni e i vari soggetti che avevano avanzato proposte molto articolate. Dalle denominazioni degli interventi finanziati sembra di capire che si tratti di interventi frammentari, disomogenei, non coordinati fra loro e con il contesto circostante, che denotano l’assenza di una visione complessiva e di obiettivi chiaramente delineati”.
Dunque, spiega il sindacato, “è emerso che il confronto e il coinvolgimento delle associazioni che operano in città sono stati accuratamente evitati. Ma ecco alcuni dati interessanti: l’importo complessivo per il Comune di Catania ammonterebbe a circa 74 milioni di euro. Le progettazioni degli interventi e l’espletamento delle procedure di gara sono stati affidati a Invitalia. Nell’ambito di parchi e giardini storici è inserito l’intervento finanziato per il Comune di Catania di restauro e valorizzazione del Giardino Bellini, per un importo di 2 milioni di euro. Ma l’elenco è lungo: si va dai 5,07 milioni per la realizzazione di 20 km di piste ciclabili, al fatto che da parte di Comune e città metropolitana non è stata avanzata alcuna richiesta per tramvie, filovie, busvie (Brt), o altri sistemi di trasporto collettivo finanziabili con questa misura”.
Per le somme destinate ad asili nido e scuole dell’infanzia, “il Comune di Catania ha ottenuto il finanziamento per la costruzione di due nuovi asili nido. Ma, di contro, per il Piano di sostituzione di edifici scolastici, con il quale sono finanziati interventi di sostituzione di edifici obsoleti con scuole innovative altamente sostenibili, non sono stati finanziati interventi”. Per quanto concerne gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico, “non risulta che Comune o città metropolitana siano destinatari di finanziamenti per la gestione del rischio alluvione o per la riduzione del rischio. Così come non risulta che per il Comune di Catania siano stati stanziati fondi per interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa a sostegno del terzo settore”.
La segretaria Sunia Sicilia ha ricordato “la grande sconfitta per Catania, già denunciata più volte dal sindacato degli inquilini: purtroppo il Comune non ha mai presentato progetto di ristrutturazione e riqualificazione degli immobili popolari. Una mancanza imperdonabile”.
Secondo Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, “più passa il tempo e più il Pnrr va configurandosi come la grande occasione perduta per la nostra regione. C’è un limite di fondo ed è quello di avere rivolto i bandi ai comuni. È evidente che tra un grande comune e uno piccolo, magari di una zona interna e depressa, ci sarà un abisso quanto a capacità progettuale e di proposta. Paradossalmente allora proprie quelle aree che hanno più bisogno di investimenti, di infrastrutture, di servizi, di welfare, di nuove opportunità di occupazione rischiano di restare tagliate fuori. Il problema della crisi degli enti locali, soprattutto delle zone più fragili, unito ai mancati investimenti del Governo, ad esempio su scuola e sanità, rischia di incidere negativamente su funzionamento ed efficienza di eventuali nuove strutture che si possano realizzare”.