PALERMO – Il cibo della mensa scolastica passava prima per il frigo della preside che decideva cosa dare agli alunni. Il resto se lo portava a casa. E accadeva che gli alimenti, tenuti mesi nella stanza della dirigente della scuola Falcone, Daniela Loverde, arrestata venerdì per peculato e corruzione, andassero a male. Una eventualità poco rilevante visto che le docenti complici della preside cancellavano la scadenza e li propinavano lo stesso ai ragazzi.
Emerge dall’inchiesta della Procura Europea che ha portato all’arresto della donna, del suo vicepreside Daniele Agosta e della dipendente di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro, che riforniva in esclusiva e in assegnazione diretta l’istituto di pc e tablet. In cambio la preside riceveva dalla donna regali.
La docente che ha denunciato la preside ha raccontato il clima che regnava alla Falcone: “Esiste una sorta di circuito consolidato secondo il quale se si rientra nelle grazie della preside si ha vita facile all’interno della scuola, altrimenti si vivono ritorsioni che rendono all’interno del plesso la vita molto difficile, come ad esempio quando ho denunciato unitamente a una collega il non rispetto delle normative Covid a due quotidiani online e subito dopo è stato indetto un collegio docenti in urgenza in cui la preside stessa chiedeva a tutti i docenti di smentire le nostre dichiarazioni sebbene io avessi delle prove fatte di video e fotografie. Tutto questo creava nella scuola un clima di pressione a seguito del quale nessuno dei docenti contrastava la preside nelle sue decisioni”.