L’insufficienza renale acuta, chiamata anche danno renale acuto, è una sindrome clinica caratterizzata da una rapida riduzione della funzionalità renale che determina, per esempio a livello di laboratorio, aumento dell’azotemia e della creatininemia, oliguria, alterazioni elettrolitiche e dell’equilibrio acido-base. Sono questi, in effetti, i primi dati a disposizione del medico di famiglia per indirizzare dallo specialista il proprio paziente. Ma in seguito non sarà solo uno specialista, il nefrologo nella fattispecie a interessarsene, visto che il coinvolgimento sarà multidisciplinare. In questa ottica nefrologi, cardiologi, internisti intensivisti, rianimatori, tutti coinvolti nella gestione dei pazienti che sviluppano danno
renale acuto, si sono confrontati al San Marco nel corso di una giornata di lavori.
L’incontro, dal titolo “Il nefrologo incontra gli altri specialisti” è stato promosso dal Policlinico-San Marco di Catania, stato curato dalla responsabile dell’Unità operativa di nefrologia e dialisi, Carmelita Marcantoni. “Il danno renale acuto rappresenta una complicanza molto seria del decorso clinico del paziente ospedalizzato che impatta molto sulla sopravvivenza e richiede diagnosi precoce e intervento terapeutico adeguato”, hanno sottolineato gli intervenuti.
E’ stato anche ricordato che “i pazienti ricoverati in area critica hanno maggiore probabilità di sviluppare danno renale acuto che può richiedere l’avvio di trattamenti extracorporei invasivi e da qui l’esigenza di un costante aggiornamento tra esperti in grado di affrontare con capacità e competenze, le eventuali emergenze sviluppate dai degenti”. Il corso ha anche approfondito gli argomenti relativi ai trattamenti extracorporei dialitici, mettendo a confronto le varie figure professionali coinvolte in area critica.
Nello scambio di esperienze si sono alternati diversi esperti. In particolare il responsabile dell’Unità operativa di nefrologia e dialisi dell’ospedale Papardo di Messina, Paolo Monardo, ha illustrato il ruolo del nefrologo e l’importanza della gestione multidisciplinare nel trattamento della tipologia di pazienti; Enrico Fiaccadori, direttore dell’Unità operativa complessa di nefrologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma, ha discusso degli aspetti tecnici specialistici relativi al tipo di metodica dialitica, alla durata del trattamento e al tipo anticoagulazione del circuito extracorporeo.
Rosa Giunta, dirigente medico dell’Uo di nefrologia, ha quindi parlato dei trattamenti dialitici urgenti nei casi di intossicazioni, avvelenamenti da farmaci o sostanze tossiche. Giacomo Castiglione, dirigente medico dell’Uo di anestesia e rianimazione del presidio San Marco, ha quindi descritto le cure di tipo intensivo rianimatorio. Infine Giuseppe Regolisti, direttore della Clinica Medica dell’Aou di Parma, ha mostrato gli studi e l’esperienza personale in tema di utilizzo dei diuretici nel trattamento di pazienti affetti da scompenso cardiaco e danno renale acuto.