FIRENZE – Prigionieri dell’intercity 797 Milano-Salerno per un’intera notte nella campagna tra Firenze e Prato, così il viaggio da incubo per 160 viaggiatori, compresi due neonati e altri bambini, tutti rimasti dentro il convoglio oltre otto ore. Non potevano scendere per motivi di sicurezza perché l’Intercity si è bloccato in mezzo ai binari dopo esser rimasto senza l’alimentazione elettrica e pure il riscaldamento a causa del deragliamento di un treno merci pochi chilometri più avanti, alla stazione di Firenze Castello.
Sono stati sempre svegli. Col passare delle ore i disagi dell’attesa sono saliti. Capotreno e due agenti della Polfer hanno dovuto fronteggiare proteste mentre davano assistenza. Due viaggiatori anziani si sono sentiti male. “Mi manca l’aria, fatico a respirare, chiamate un’ambulanza”, ha detto un uomo di 79 anni che intorno alle 5.38 ha fatto intervenire un’ambulanza del 118. I sanitari e la polizia lo hanno fatto scendere, è stato assistito, l’aria fresca dell’alba lo ha fatto riprendere e non c’è stato bisogno di andare in ospedale. Ha ringraziato.
La tensione è salita ancora, un altro uomo è andato sotto choc. Alle 7.58 altra richiesta di intervento al 118 di Firenze-Prato, stavolta per un 69enne colpito da crisi metabolica, forse causata dallo stare fermo. Diversi passeggeri hanno tradito nervosismo e anche disagio fisico. Il ricircolo dell’aria non sembrava più sufficiente, non potersi muovere né sgranchirsi le gambe ha peggiorato la situazione, il freddo nelle carrozze e il buio fuori hanno fatto il resto. Erano solo visibili tra la foschia notturna i contorni incerti della piccola stazione di Zambra, sperduta tra campi e industrie a Sesto Fiorentino. In lontananza le luci delle case della Piana fiorentina.
C’è chi ha avuto paura. L’informazione principale data ai viaggiatori, che guardavano con speranza, era l’arrivo di un locomotore a gasolio, mezzo che si può muovere in autonomia autonomo rispetto alla linea elettrica saltata. E’ giunto da Bologna intorno alle 10 e li ha trainati nella stazione di Prato. “Finalmente stiamo scendendo dal treno e c’è una sensazione di liberazione – ha detto un viaggiatore, David -. Che bella l’aria fresca dopo ore e ore al chiuso sul treno con l’aria ormai viziata”.
Rabbia per le conseguenze: molti viaggiatori hanno perso la coincidenza con voli aerei a Roma, alcuni avevano un concorso Inps stamani, c’è chi era atteso a appuntamenti di lavoro. Tanti hanno viaggiato in intercity anche per risparmiare sui costi. “All’inizio nessuno ci dava spiegazioni, nessuno per ore è riuscito a capire che cosa stesse succedendo”, spiega Chiara, 22 anni, in viaggio verso la destinazione finale, il treno era atteso all’alba a Salerno. “Non avevamo niente da mangiare, poi qualcuno ci ha portato uno snack, ma non riuscivamo a capire cosa fosse successo. Abbiamo saputo dell’incidente ma non ci spiegavamo perché non potevamo scendere”, racconta Elia, 19 anni, diretto a Roma. Le persone sono rimaste sveglie tutta la notte nel convoglio in attesa di segnali per ripartire, ma nemmeno l’alba ha offerto la soluzione sperata ai viaggiatori, che hanno dovuto non cedere all’esasperazione. “I poliziotti sono stati gentili, ci hanno portato il caffè…”, raccontano. Poi a Prato a metà mattina in attesa di ripartire verso Roma.