Roma ha scelto. Sarà Enrico Trantino il candidato alla poltrona di sindaco di Catania per il centrodestra. La Lega avrebbe scelto di fare un passo indietro e di ritirare la candidatura di Valeria Sudano dopo un incontro avvenuto venerdì sera a Roma tra la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e Matteo Salvini, segretario nazionale del Carroccio. Era il passaggio decisivo che tutta la coalizione aspettava per dare il via alla campagna elettorale su Catania, dopo un lunghissimo tira e molla e dopo il gioco dei veti incrociati che ha bruciato, di fatto, numerosi nomi di papabili candidati dai curricula in grado di ricoprire il ruolo. Meloni convince dunque l’alleato Salvini con il nome dell’avvocato penalista catanese, figlio d’arte ed ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici nella giunta Pogliese. Il nome sarà ufficializzato probabilmente martedì. Da candidato unitario di tutta la coalizione, poi, Enrico Trantino (già ufficiosamente informato da Roma della scelta) convocherà una conferenza stampa, programmata per venerdì prossimo, con i leader regionali dei partiti che hanno partecipato ai tavoli programmatici che si sono tenuti nelle scorse settimane.
L’accelerazione, come detto, è arrivata nel fine settimana. Ma è evidente che la situazione nazionale ha influenzato non poco anche l’esito della partita di Catania. Negli equilibri nazionali ha pesato la posizione di Forza Italia che, dopo l’azzeramento della cariche di vertice del partito, si è più spostata sulle posizioni di Fratelli d’Italia. A cascata, la Lega rischiava di isolarsi proprio in Sicilia, dove attualmente ricopre la vice presidenza e un assessorato di peso come quello dell’Agricoltura. Correre con un doppio candidato a Catania, al di là dell’esito non scontato delle urne, avrebbe indebolito il centrodestra concedendo ampi spazi politici ai partiti territoriali, primo tra tutti il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, schierato da tempo sulle posizioni di FdI.
Il nome di Enrico Trantino, vagliato inizialmente da Ignazio La Russa, plenipotenziario dei patrioti della Meloni in Sicilia, inoltre, trova il favore trasversale in casa Fratelli d’Italia perché non concede posizioni di favore a nessuna delle correnti interne al partito a Catania: Sergio Parisi (ritenuto troppo in continuità con Pogliese) e Ruggero Razza (ingombrante per i suoi trascorsi da assessore regionale e consigliere politico dell’ex presidente Nello Musumeci) i cui nomi circolavano da settimane anche sui tavoli romani, non hanno mai avuto un via libera dal partito, che sottotraccia ha continuato a vagliare altri candidati. Adesso toccherà a Enrico Trantino, con il suo standing e con la sua visione di città, ricompattare il partito e fermare l’emorragia di numerosi scontenti in casa di Fratelli d’Italia che, nelle ultime settimane, avevano sondato l’umore di altri partiti, primo tra tutti quello di Valeria Sudano, ritenuta fino alla fine affidabile politicamente.