Anche in Sicilia è partito l’allarme: pochi anni ancora e rischiamo di rimanere senza medici di famiglia sul territorio. In Italia i numeri parlano chiaro: 2 milioni di persone senza un medico di base vuol dire oggi una carenza di ben 45mila medici in 5 anni e 80mila in 10. Un saldo che tiene conto dell’attuale pensionamento di medici che non sarà comunque bilanciato dalle presumibili nuove assunzioni o iscrizioni all’università. Ed è proprio dagli atenei che arriva il primo segnale d’allarme. Il problema della carenza di medici nasce dalla programmazione, ovvero dagli accessi universitari a Medicina che sono sempre meno. A questo, poi, si aggiunge la mancata scelta dell’indirizzo di Medicina generale da parte degli specializzandi.
La ‘carriera’ da medico di famiglia non è sempre ritenuta attraente da parte degli specializzandi per almeno due ordini di motivi. Il primo è di natura meramente intellettuale: il lavoro dei medici generali è considerato monotono rispetto alla corsia o alla specializzazione in generale. E poi c’è la questione economica legata a condizioni di lavoro insostenibili e inadeguatezza salariale, specie in comparazione con la retribuzione prevista da altri Paesi europei. In Sicilia però il medico di famiglia riparte quanto meno da nuovi modelli formativi. L’assessore della Salute Giovanna Volo e il presidente dell’Ordine di Palermo Toti Amato, hanno avviato a Villa Magnisi, sede ordinistica del capoluogo, oltre 200 giovani medici al triennio 2022-2025 della “Scuola di formazione specifica in Medicina generale” istituita dalla Regione siciliana per i poli didattici di Catania, Messina e Palermo.
La Regione ha affidato proprio all’Ordine dei medici di Palermo la gestione organizzativa, il coordinamento e la realizzazione di tutte le attività didattiche. Amministrazione e controllo dell’intero sistema scolastico restano in capo all’assessorato della Salute attraverso la vigilanza e l’approvazione dei programmi didattici elaborati dall’Ordine da parte del Dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, guidato da Salvatore Requirez. A dirigere la Scuola sarà lo stesso presidente Amato, coadiuvato dal consiglio direttivo e dal comitato tecnico-scientifico e con il supporto degli altri due poli rappresentati dagli Ordini di Catania, presidente Igo La Mantia, e Messina, presidente Giacomo Caudio.
“Simulazione, intelligenza artificiale e telemedicina saranno i cardini didattici del triennio” anticipa Amato, mentre La Mantia rivolgendosi ai futuri medici di famiglia, spiega che “nessuna opportunità più grande, responsabilità più grande e impegno più grande può ricadere sulle vostre spalle come quello di decidere di fare il medico di famiglia. Questa professione richiede competenza tecnica, conoscenza scientifica e comprensione umana. Chi utilizzerà queste armi con umiltà, saggezza e intelligenza renderà un servizio unico ai suoi simili e costruirà in se stesso un carattere generoso. Un medico non può chiedere al proprio destino nulla più di questo né accontentarsi di niente di meno”.