CATANIA – L’anno scorso Antigone e Prometeo, quest’anno Le troiane e Agamennone. Come Siracusa, anche Catania ha ormai il suo appuntamento fisso con le rappresentazioni classiche (ma non troppo) all’aperto. A portare in scena oltre 60 giovani attori dei licei Spedalieri e Boggio Lera saranno ancora una volta l’associazione Nèon e la regista Monica Felloni, il 30 e il 31 maggio all’Istituto Ardizzone Gioeni di via Etnea.
Si comincia martedì alle 17.30 con la tragedia di Euripide che descrive gli orrori della guerra di Troia e la prigionia delle donne che piangono la morte di mariti e parenti, in attesa di conoscere il proprio destino. Un testo ridotto dalla professoressa Francesca De Santis, responsabile del progetto per lo Spedalieri. Poche ore più tardi la replica alle 20.30. Mercoledì sera sul palco saliranno i ragazzi del Boggio Lera per l’Agamennone di Eschilo, il racconto di una terribile sequenza di spargimenti di sangue che portano i greci al conflitto con Troia. La rielaborazione è di Maria Cottone e Maria Spampinato, insegnanti che curano il progetto insieme con Tatiana Severi.
A queste due tragedie Nèon affiancherà un terzo spettacolo in programma il 6 giugno ai Viagrande Studios, sempre con la regia di Monica Felloni e l’aiuto regia di Manuela Partanni. Alle 11 e alle 21 saranno impegnati 29 giovani attori del liceo Majorana di San Giovanni La Punta (sotto la guida della referente Caterina Rita Motta) nella rappresentazione di “Libri”, tratto dall’omonimo testo dello scrittore Roberto Roversi. Un’opera che unirà le esperienze di due laboratori: quello teatrale portato avanti da Nèon con gli studenti e quello che la stessa associazione dedica da anni ai “Corpi insoliti” e alla disabilità.
“Gli incontri con Roversi – spiega Piero Ristagno, fondatore di Nèon con Monica Felloni – sono stati determinanti per la nostra attività. L’associazione si è alimentata della sua visione poetica, così come l’abbiamo interpretata e trasformata in pratica artistica e culturale. Questo spettacolo è l’omaggio che gli dedichiamo”.
(le foto sono di Manuela Partanni)