CATANIA – Sette aspiranti sindaci e 19 liste per il Consiglio comunale a Catania. Sono i numeri che emergono alla scadenza dei termini per la presentazione delle candidature per le amministrative del 28 e 29 maggio prossimi. E’ mezzogiorno in punto quando si chiudono i portoni di Palazzo degli elefanti. Alla tornata elettorale per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale resta escluso uno degli otto candidati a sindaco, Salvatore Loritto, che non presenta la documentazione.[fvplayer id=”706″]
Nel capoluogo etneo Pd e M5s trovano la sintesi e corrono insieme sostenendo (con sei liste che raggruppano tutta l’area progressista) Maurizio Caserta, che tra gli assessori designati ha indicato, tra gli altri, l’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. Anche il centrodestra è compatto a Catania a sostegno, con sette liste, dell’avvocato Enrico Trantino, che tra gli assessori designati ha indicato il coordinatore regionale di Forza Italia, Marcello Caruso.
Tra gli altri cinque candidati alla carica di sindaco c’è Gabriele Savoca, supportato da due liste legate al movimento Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Sono sostenuti da una lista civica ciascuno gli altri candidati, che sono: Vincenzo Drago del Psdi; il consigliere comunale uscente Lanfranco Zappalà; Giuseppe Giuffrida appoggiato dall’associazione ‘Catania risorge’ e dall’ex pm Antonio Ingroia; e l’avvocato Giuseppe Lipera, in passato penalista, tra gli altri, di Antonino Speziale e Bruno Contrada.
Il primo a firmare il protocollo alla segretaria generale – sono le 8.15 di stamattina – è il movimento 5 stelle. Di corsa, col sudore in fronte e scartabellando tra simboli e nomi, arrivano a pochi minuti dallo scoccare del termine le liste Pd, Dc e Lista per Bianco. Last minute, ma tutti dentro in ogni caso. I giochi sono fatti. Tra le curiosità l’esclusione di Fabrizio Corona scelto da Lipera ma poi incandidabile. La documentazione passa adesso al vaglio della commissione elettorale che entro stasera emetterà l’ultimo verdetto anche per le sei circoscrizioni. Si voterà con il sistema maggioritario, se nessun candidato dovesse ottenere il 40% dei voti si andrà al ballottaggio l’11 e il 12 giugno.
“Mancherà il vaglio della commissione antimafia – denuncia il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo – che a sette mesi dalla nascita del nuovo governo non è stata ancora nominata. Chi si occuperà di passare al vaglio gli elenchi per verificare la presenza di impresentabili? Un pessimo segnale”.