Spaccio di droga nel carcere di Augusta e introduzione indebita di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Sono le accuse che la Direzione distrettuale antimafia di Catania contesta ad undici persone raggiunte da provvedimento restrittivo nell’ambito dell’operazione ribattezzata “Alcatraz.” Il blitz è stato avviato dalla Guardia di finanza di Catania che hanno operato in diverse province della Sicilia, in Calabria e in Friuli Venezia Giulia, con l’ausilio di finanzieri del Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata (Scico), dei Comandi provinciali di Palermo, Ragusa e Udine e della polizia penitenziaria con l’ausilio di personale del Nucleo Investigativo di Padova e di Catanzaro. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di traffico organizzato di sostanze stupefacenti e di spaccio di droga all’interno del carcere di Augusta, dove tra l’altro sarebbero stati introdotti dispositivi per mettere in comunicazione i detenuti con persone esterne alla struttura.
Droga e cellulari in carcere, 11 indagati
Operazione Alcatraz, scoperta un'organizzazione criminale che operava nel penitenziario di Augusta