Due meteore hanno illuminato i cieli italiani nella notte tra il 23 e 24 maggio: il primo bolide è stato avvistato dalla Toscana fino al Veneto, mentre il secondo ha sorvolato Sardegna e Corsica. Il loro passaggio è stato documentato dagli strumenti di Prisma, la Prima rete italiana per lo studio delle meteore e dell’atmosfera dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Il primo bolide è stato ripreso da ben 10 camere di Prisma, quelle di Pino Torinese, Rovigo, Piacenza, Felizzano, Cecima, Merate, Savignano, Montelupo Fiorentino, Chianti e Ravenna. L’oggetto è stato ripreso a partire da 75 chilometri di quota, quando aveva una velocità di 15,8 chilometri al secondo, e si è estinto a 28 chilometri, con una velocità di circa 8 chilometri al secondo. L’evento ha avuto una durata di circa 6 secondi. “La traiettoria proiettata al suolo – spiegano gli esperti di Prisma – indica una direzione di caduta da sud verso nord, con inizio in prossimità del borgo di Miscoso (Appennino reggiano) e termine vicino a San Secondo Parmense, in piena Pianura Padana”.
Il secondo bolide è stato ripreso dalle due camere Prisma della Sardegna, Sardinia Radio Telescope e Gennargentu, più una camera Fripon dalla Corsica. “L’immagine ripresa dalla camera del Gennargentu è veramente spettacolare e mostra la scia del fireball che attraversa tutto il cielo passando quasi allo zenit”, sottolineano gli esperti. Il bolide è stato ripreso a partire dagli 85 chilometri di altezza, quando aveva una velocità di circa 20,5 chilometri al secondo, e si è estinto a 44 chilometri con una velocità di 16 chilometri al secondo, con una durata di quasi 8 secondi. Data l’alta velocità finale, tutto il meteoroide è andato distrutto nella fase di rientro. Proiettando la traiettoria al suolo, si è mosso da nord-est verso sud-ovest, con punto iniziale sul Mare Tirreno e punto finale vicino a Villanova Tulo, nel Sarcidano. Per entrambe le meteore si ipotizza un’origine asteroidale per via della loro orbita, tipica di un asteroide Apollo, con afelio poco oltre l’orbita di Marte e perielio vicino all’orbita di Venere.