CATANIA – “L’allerta rossa sull’Etna segnalata tempestivamente dal Dipartimento regionale di protezione civile, due giorni fa, per ‘l’altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava’, ha imposto uno sconvolgimento dell’attività degli operatori turistici, con conseguenze disastrose in termini economici”. Francesco Russo Morosoli, patron della funivia dell’Etna del Rifugio Sapienza di Nicolosi, esprime tutto il suo disappunto per quello che lui giudica “molto rumore per nulla, perché l’allerta è stata seguita ieri da un evidente ridimensionamento della situazione, con la fine dello sciame sismico e il passaggio al livello giallo, cioè attività eruttiva di bassa-media intensità’.
Un passaggio “così repentino e sbrigativo da portare con sé conseguenze disastrose per gli operatori dal punto di vista economico e dell’immagine, a causa del panico scatenato tra i turisti, costretti all’evacuazione due giorni fa. Il divieto di escursioni oltre i 2.000 metri, poi prontamente revocato, è una chiara contraddizione. Sulle Alpi e sulle Dolomiti nessuno si sognerebbe di chiudere le attività economiche e interdire l’accesso alla montagna. Sull’Etna, grazie alla perizia di noi operatori non muore nessuno per le escursioni o per le eruzioni da oltre quarant’anni”.
L’imprenditore sottolinea che “due giorni fa le agenzie di tour operator hanno dovuto rimborsare i turisti. Eppure, nonostante i divieti, venerdì in tanti sono saliti lo stesso in quota, in barba alle ordinanze, a piedi, con un notevole livello di pericolosità per la propria incolumità. Naturalmente, noi rappresentiamo uno strumento di presidio e controllo che, con la chiusura, viene a mancare. Noi di Funivia dell’Etna, in collaborazione con le Guide alpine e vulcanologiche siamo pronti a prenderci tutte le responsabilità sul raggiungimento delle quote e sulla modalità di gestione e trasporto dei turisti sull’Etna, attività che facciamo con ottimi risultati da settant’anni. E siamo prontissimi ad aprire un tavolo tecnico con le istituzioni”.