Sabato pomeriggio di sangue in Texas. Otto persone sono state uccise e sette sono rimaste ferite in un mega centro commerciale alla periferia di Dallas da un uomo in abbigliamento militare che ha aperto il fuoco sulla folla prima di essere ucciso a sua volta da un agente. L’ennesimo episodio di follia delle armi negli Stati Uniti è iniziato alle 15.30, durante quello che sembrava un tipico pomeriggio di shopping all’Allen Premium Outlets, uno dei principali mall dello Stato. Migliaia di persone si aggiravano tra gli oltre cento negozi del centro commerciale – famiglie, coppie, gruppi di amici – ignari dell’incubo che avrebbero vissuto di lì a pochi minuti.
Testimoni hanno raccontato di aver sentito all’improvviso un forte rumore di spari, tra i 14 e i 60 colpi, e poi è scoppiato il caos. L’intervento tempestivo della polizia ha permesso di evitare un bilancio ancora più grave. Le forze dell’ordine hanno dichiarato che il killer, che indossava abbigliamento militare, è stato ucciso da un agente intervenuto sul posto. Ignoto al momento il motivo della strage. Un testimone ha raccontato che “l’aggressore indossava un giubbotto e sembrava avesse ricevuto un addestramento. Sapeva quello stava facendo”. Un video shock che circola su Twitter mostra l’uomo, vestito di scuro, uscire da una macchina grigia nel parcheggio del centro commerciale e sparare sulla gente. Le immagini sono sfocate e in lontananza, ma il rumore degli spari è nitido.
Sempre questo weekend, in California, una ragazza diciassettenne è stata uccisa e altri cinque ragazzi – tra i 18 e i 21 anni – sono rimasti feriti in una sparatoria a una festa a Chico. Nelle stesse ore una poliziotta che aveva appena finito il suo turno è stata uccisa a Chicago. Dall’inizio del 2023 ci sono state oltre 150 sparatorie di massa negli Stati Uniti, più dei giorni trascorsi quest’anno, secondo i dati dell’organizzazione noprofit ‘Gun Violence Archive’. L’anno scorso ce ne sono state 647, una media di due al giorno. Alcune stragi, tra le mura di casa, non arrivano neanche sui media.