SANTA MARGHERITA DI BELICE (AGRIGENTO) – Una scena straziante, immagini degne di un film horror e lontane anni luce dal concetto di civiltà. Questa mattina a Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento, è stato trovato lungo una strada secondaria un cane completamente carbonizzato con le zampe posteriori legate con un filo di ferro.
A darne notizia la onlus Associazione Oasi di Ohana-I Pelosi di Chiara, realtà fondata da Chiara Calasanzio, che da ormai dieci anni proprio a Santa Margherita di Belice salva e accoglie cani abbandonati, randagi e vittime di violenza e che al momento ha in carico circa 150 cani, tra cuccioli e adulti, e che sopravvive senza nessun aiuto pubblico.
La dinamica al momento non è chiara e si attende l’intervento delle forze dell’ordine per i rilievi. Purtroppo il timore (ripetiamo, è una ipotesi) è che il cane, ancora in vita, sia stato prima bloccato legandolo per i piedi, poi cosparso di liquido infiammabile e successivamente dato alle fiamme. Domani mattina l’associazione depositerà una denuncia contro ignoti.
“Anziché benvenuti in Sicilia mi verrebbe da dire benvenuti all’inferno – ha commentato Chiara Calasanzio -. La scena era straziante e questa anima pura deve aver vissuto una tremenda agonia. Non so se sia stato l’atroce Arancia Meccanica di alcuni ragazzini o una vendetta di qualcuno a cui il cane possa aver dato ‘fastidio’. Spero che in fretta ce lo dicano i carabinieri, in cui riponiamo massima fiducia e che siamo certi indagheranno senza sosta perché si tratta dell’assassinio di un cane innocente. Temo che questi gesti siano figli del modo in cui il randagismo viene gestito in questo Comune e nelle regioni del Sud in generale: tutte le istituzioni devono sentirsi responsabili di questo assassinio”.
Sulla macabra scoperta interviene l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente che domattina invierà una denuncia alla Procura di Agrigento e ha deciso l’istituzione di una taglia di 10.000 euro che sarà pagata a chi come le proprie informazioni aiuterà a individuare e far condannare definitivamente il responsabile o i responsabili di questo orrore. “Abbiamo finito le lacrime e siamo al fianco dei volontari e in particolare di Chiara Casalanzio presidente dell’oasi Ohana che ha effettuato il macabro ritrovamento – afferma Aidaa in una nota -, i volontari che operano in queste zone sono dei veri angeli che meritano tutto il nostro sostegno e il nostro aiuto, sulla vicenda in particolare non possiamo che impegnarci tutti insieme a trovare il responsabile o i responsabili di questo orribile gesto criminale”.