LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Una lunga notte di lavoro per le forze dell’ordine a Lampedusa, dove si sono susseguiti 12 soccorsi di barche e barchini: sono sbarcati 691 ivoriani, malesi, ghanesi, nigeriani, sudanesi, siriani, marocchini, bengalesi ed egiziani. Ieri gli approdi erano stati 15 con 612 persone complessivamente.
A mobilitarsi per portare in salvo i migranti in viaggio, tanto in area Sar quanto nelle acque antistanti alle isole Pelagie, sono state le motovedette della capitaneria di porto e della guardia di finanza. A bordo dei 12 natanti, da un minimo di 38 persone fino a un massimo di 134. I porti di partenza sono risultati essere – stando alle dichiarazioni degli stessi sbarcati – quelli di Zuwarah in Libia e Sfax in Tunisia.
Sono dunque 1.145 i migranti ospiti dell’hotspot che fino a sabato notte accoglieva poche decine di persone. Chi è partito da Sfax racconta d’aver pagato per la traversata su barchini di 7 o 8 metri dai mille ai 3 mila dinari tunisini. Tre su 12 imbarcazioni – con a bordo rispettivamente 134, 42 e 129 persone – sono partite dalla Libia, pagando dai 2.500 ai 4 mila dollari a testa.
Proprio da Lampedusa arriva il grido di allarme di Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato: “Sono colpita dall’allarmante livello di tolleranza nei confronti delle gravi violazioni dei diritti umani dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti che si è sviluppato in tutta Europa. Le notizie di violazioni dei diritti umani di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono ormai così frequenti che difficilmente vengono registrate nella coscienza pubblica”.
Il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, ha avanzato alla commissaria Mijatovic la richiesta di una legge speciale per gli abitanti di Lampedusa. “L’Europa deve prevedere una legge speciale che prenda di petto tutte le problematiche che riguardano non soltanto i diritti umani dei migranti, ma anche i diritti dei cittadini che vivono stabilmente sulle isole di Lampedusa e Linosa – ha detto Mannino -. L’Europa è inerme nell’affrontare le problematiche sull’immigrazione, si parla sempre di coesione e collaborazione fra Stati, ma in realtà non si vuole cambiare il regolamento di Dublino, non si vogliono far partire i canali umanitari per far viaggiare le persone in sicurezza e i problemi di Lampedusa rimangono quelli di sempre. Da 30 anni conviviamo con il fenomeno e ancora oggi si parla delle condizioni dell’hotspot, benché nell’ultimo periodo vi siano stati dei miglioramenti, e del fatto che nonostante l’immigrazione sia un problema strutturale viene sempre affrontata in maniera emergenziale”.
“Lampedusa viene ricordata solo quando si parla della questione dei migranti, ma ci sono persone che vivono sull’isola 365 giorni l’anno e hanno gli stessi diritti e dovrebbero avere le stesse opportunità di qualsiasi altro europeo. Invece qui, quotidianamente, a causa della condizione di insularità geografica, si deve lottare per il diritto alla salute, all’istruzione. Anche il diritto a essere connessi con il resto del mondo attraverso internet. E’ vero che siamo un’isola, ma è giunto davvero il momento affinché – ha concluso Mannino – l’Europa preveda una legge speciale anche per aiutare a concretizzare i diritti degli isolani, superando le problematiche dell’emarginazione geografica”.