L’assemblea dei soci della società Stretto di Messina, riunitasi oggi, ha nominato il nuovo cda e approvato il nuovo statuto. Sono stati designati amministratore delegato Pietro Ciucci (già ceo della compagnia in passato) e presidente Giuseppe Recchi. Compongono il cda Eleonora Mariani, Ida Nicotra e Giacomo Francesco Saccomanno. “È la prima riunione della società – spiega una nota – tornata in bonis dopo la gestione liquidatoria, che si presenta totalmente rinnovata. Si tratta di una società in house, integralmente pubblica, che vedrà la partecipazione di Rfi, Anas, Regione siciliana e Regione Calabria e per una quota non inferiore al 51% di Mef e Mit”.
Ida Nicotra è stata nominata in rappresentanza della Regione siciliana. Avvocato, è da oltre venti anni docente di Diritto costituzionale all’università di Catania e in passato è stata anche componente dell’Autorità nazionale anticorruzione, della Commissione paritetica Stato-Regione, del Comitato scientifico della Corte dei conti ed esperto della Commissione di studio per le riforme costituzionali della presidenza del Consiglio dei ministri.
“Dai cassetti impolverati del ministero delle Infrastrutture – dichiara il deputato siciliano Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti – prima Salvini ha tirato fuori il vecchio progetto del ponte sullo Stretto di Messina, senza soldi, antico, non adeguato alle ultime conoscenze sismiche e costruttive e portato avanti solo a colpi di fiducia, così per propaganda. Oggi Salvini era presente in Sicilia – a Messina, guarda un po’! -. Non può quindi stupire che alla guida della riesumata società Stretto di Messina il governo abbia resuscitato un vecchio boiardo di stato, quel Pietro Ciucci già ad e presidente di Anas e che era stato pure ad della stessa ‘Stretto di Messina’ per 9 anni. Lo abbiamo detto: il ponte di Messina era – ed è – una mera questione di poltrone, potere e propaganda”.