TAORMINA (MESSINA) – “Noi interverremo sulle intercettazioni molto più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti”. Questa l’opinione del ministro della Giustizia Carlo Nordio al Taobuk di Taormina. “Spendiamo una cifra colossale – ha aggiunto – per inchieste che raggiungono risultati minimi, tra l’altro rovinando la vita delle persone. Vorrei ricordare che la legge impedisce la pubblicazione degli atti giudiziari. Vengono pubblicati lo stesso e nessuno dice nulla. Ma la legge c’è già”.
“I brogliacci della polizia – ha proseguito Nordio – non dovrebbero mai figurare perché la legge attuale dispone che questi brogliacci debbano essere depositati davanti al gip e debbano essere trascritti nella forma della perizia e nel contraddittorio delle parti. Perché molto spesso il brogliaccio della polizia, quello finito intanto sui giornali, è sbagliato. Perché magari l’intercettazione viene trascritta e interpretata da un maresciallo di Venezia che non capisce quanto dicono due siciliani e ha sbagliato a comprendere quanto dicono. E poi – ha sottolineato il ministro – si scopre, con la trascrizione della perizia, che tutto quello scritto sui giornali è sbagliato. Non dico falso, che è ingannevole, ma era sbagliato”.
Nordio ha poi citato un esempio: “Sapete quanto costa un processo penale? Sapete quanto è costato il processo fatto a suo tempo contro Andreotti che è finito nel nulla. E’ costato un miliardo di lire alla parte soltanto per fare le fotocopie. Per fare le fotocopie di un processo penale a 1.000 lire l’una all’epoca, erano un milione di copie, han dovuto spendere un miliardo solo per aver la fotocopia del fascicolo. Queste cose nessuno ne sa, nessuno le spiega ma quando il cittadino le soffre sulla sua pelle allora si rende conto di quanto la nostra giustizi debba essere di parte”.
Quindi il riferimento ai giudici e all’Anm: “Se un magistrato singolarmente ritiene dal suo punto di vista che una legge sia sbagliata, nessuno ha il diritto di togliergli la parola o di dire che interferisce”. Ma se “il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime”, allora, “secondo me in corretto italiano significano interferenze”, ha spiegato il ministro, ribadendo che “l’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm”.
Nordio ha ribadito che “è giusto che una persona venga avvertita prima di essere arrestata, così si possa difendere e non dopo, quando verrà scarcerato dal Tribunale della Libertà. A me sembra un principio di coerenza. Nella nostra proposta se il giudice, dopo l’interrogatorio emette l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, deve motivare perché dissente dalla linea di difesa dell’imputato. Se è una difesa non convincente, allora lo manda in prigione”.
Infine la stoccata all’abuso d’ufficio: “Se l’Europa ci chiedesse una sorta di rimodulazione del nostro sistema integrato repressivo, noi siamo disposti ad accoglierla, ma non nella forma in cui esisteva l’abuso d’ufficio, che era così evanescente atipico da non avere uguali, tra l’altro, in nessun altro ordinamento europeo”.