AGRIGENTO – Trenta ettari di terreno coltivati a grano sono andati in fumo a Naro. Non uno dei tanti incendi che si registrano in questo periodo dell’anno, ma un rogo doloso che ha colpito la cooperativa “Rosario Livatino – Libera Terra” diretta da Giovanni Lo Iacono. L’ennesimo attentato subìto dalla coop agricola di contrada Gibbesi, creata su un fondo confiscato alla mafia nel 1992 dal tribunale di Agrigento e assegnato nel 2015. Il danno è stato quantificato in circa 20 mila euro ed è coperto da assicurazione.
I focolai sono divampati da punti diversi, pochi i dubbi sull’origine dolosa delle fiamme. Si tratta di una escalation di danneggiamenti partita dal 2019. Lo scorso anno andarono in fumo 10 ettari di terreno coltivato a grano e poi i campi coltivati a lenticchie. Ma anche negli anni precedenti, sistematicamente, la cooperativa ha ricevuto intimidazioni dello stesso tipo. Lo scorso anno istituzioni e parti sociali fecero una marcia sui terreni confiscati alla mafia. Durante il sit-in i sindaci di Naro, Canicattì e Favara evidenziarono come fosse necessario ricostituire il consorzio dei Comuni per la gestione dei beni confiscati. Tra i messaggi di solidarietà anche quelli del sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, e dell’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano.