La denervazione renale è una terapia per la cura dell’ipertensione arteriosa maligna, ossia resistente ai farmaci. Il trattamento interrompe la trasmissione di impulsi nervosi da e verso i reni spegnendo le fibre nervose renali del sistema simpatico. E’ una procedura, che viene, naturalmente, eseguita in regime di sedazione profonda e dura circa un’ora, con l’utilizzo di un apposito dispositivo medico che eroga energia a radiofrequenza a basso livello. Tale dispositivo, che consiste in un catetere dotato di un elettrodo sulla punta, viene inserito attraverso l’arteria femorale e fatto scorrere attraverso i vasi fino all’arteria renale. Una volta posizionato correttamente si effettua, proprio con l’emissione di radiofrequenze che generano calore, l’interruzione della trasmissione di impulsi nervosi.
I primi due interventi di questo tipo sono stati effettuati all’ospedale Ingrassia di Palermo nel Laboratorio di Emodinamica dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia. “L’ipertensione arteriosa – aggiunge il direttore del reparto, Sergio Fasullo – è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari. In alcuni pazienti è difficile da tenere sotto controllo mediante la sola terapia farmacologica. Ed è in questi casi che è possibile ricorrere alla denervazione delle arterie renali, una tecnica mininvasiva che agisce regolando l’iperattività dei nervi che comunicano con il rene”. Gli interventi sono stati effettuati dall’equipe di Emodinamica del reparto (nella foto) composta dai cardiologi Debora Cangemi, Sergio Cannizzaro, Claudio D’Angelo, Angelo Ferlisi, Daniele Pieri e Antonio Rubino, dagli infermieri Giuseppe Evangelista e Alfredo Galati e grazie all’assistenza anestesiologica della dottoressa Gabriella La Rocca. “La procedura – conclude il cardiologo – ha una durata di circa 40 minuti e permette una riduzione significativa e prolungata della pressione arteriosa”.