“Ormai siamo alla prova dei fatti: il ponte si appresta a diventare realtà ed è importante ribadirlo in questo evento della Cisl, sindacato che condivide questo progetto”. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ai lavori del convegno organizzato a Messina da Cisl, Filca e Fit ha confermato il sostegno alla realizzazione dell’opera, confrontandosi con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Oggi – ha aggiunto il governatore – ci sarà un’importante riunione della società Ponte sullo Stretto in cui l’assemblea dei soci nominerà il Consiglio di amministrazione e il collegio dei revisori. Si va avanti speditamente nella convinzione di essere dalla parte giusta. La questione finanziamento non ci preoccupa nella maniera più assoluta. Ho sempre detto che la Sicilia e la Calabria sicuramente faranno la loro parte, anche se non saranno determinanti, perché è giusto che le Regioni ‘frontiste’ diano un contributo. Sono certo che anche l’Europa non si tirerà indietro. Nello stesso tempo credo che l’infrastruttura possa anche essere finanziata in parte con il pedaggio proveniente dagli attraversamenti”.
Salvini ha sottolineato che “Il ponte di Messina sarà la più grande operazione antimafia di questi 50 anni. Dove c’è lavoro e speranza, fiducia, soprattutto per i giovani la mafia e la ndrangheta non attecchiscono. L’Europa ci aiuterà, il commissario europeo è informato, interessato e affascinato del progetto. Poi conto che la Banca europea degli investimenti una volta che ci saranno tutte le autorizzazioni comprese quelle ambientali ci dia anche una mano finanziaria. Se poi la contestazione è perché gli uccellini non potranno migrare tranquillamente ricordo che l’uccellino non è scemo se si trova di fronte il ponte migra più su o più giù”.
Contro il ministro in città è andata in scena una manifestazione di protesta. “Fuori Salvini da Messina”: con questo e altri slogan i “no ponte” hanno contestato il leader della Lega all’imbarco dei traghetti. “L’opera non è risolutiva per il territorio ma solo un cappello che vuole mettere questo governo”, hanno sostenuto i manifestanti. “In Sicilia dopo tutti i tagli alle infrastrutture interne, quelle dovrebbero essere le priorità. Ormai il ponte è un progetto vecchio e risponde a una logica economica di 70 anni fa. Le priorità dovrebbero essere altre, come le piccole opere che consentano agli abitanti di Sicilia e Calabria di vivere dignitosamente senza dover emigrare”.
Le parole di Salvini sono state contestate a distanza da Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa verde e deputato di Alleanza verdi e Sinistra: “Secondo Salvini il ponte sarà green, a prova di mafia e meglio della cupola di Brunelleschi, insomma ‘il ponte dei miracoli’; sinceramente preferiremmo un ‘ponte per l’Emilia-Romagna’, dirottando i 15 miliardi previsti per la struttura a favore delle popolazioni alluvionate. Ma partiamo dall’inizio: il ponte sicuramente non è un opera green, a causa delle 400 mila tonnellate di acciaio necessarie, tra l’altro non è green demolire interi quartieri con un impatto ambientale altissimo. Nell’area vasta dello stretto di Messina è presente un ecosistema ricchissimo che verrebbe inevitabilmente messo in pericolo”.
Per Bonelli “come purtroppo è noto, l’infiltrazione mafiosa nel sistema degli appalti pubblici rappresenta un momento di grande pericolo. Annunciare il ponte come ‘la più grande operazione antimafia’ è paradossale, per non dire assurdo: andando a ritroso, un primo allarme degli organi inquirenti riguardo alla questione ponte sullo Stretto risale al 1998, quando la Dia denunciò la ‘grande attenzione’ di ‘ndrangheta e Cosa nostra per il progetto di costruzione dell’infrastruttura, tanto che proprio da allora, il tema dell’infiltrazione criminale nei lavori compare costantemente nelle relazioni semestrali presentate dal Dipartimento. Senza considerare che il binomio mafia-ponte è anche al centro dell’attenzione delle diverse agenzie di intelligence”.
All’incontro di Messina anche l’amministratore delegato del gruppo Fs Luigi Ferraris: “Il ponte sullo Stretto – ha affermato – si inserisce in un contesto infrastrutturale più ampio, che in Calabria e in Sicilia vedrà Fs investire nei prossimi dieci anni 80-90 miliardi di euro per potenziare una rete che porterà benefici all’Italia e all’Europa, vista la centralità del ponte nel progetto del Corridoio Scandinavia–Mediterraneo delle merci e della Rete transeuropea di Trasporto Ten-T”. Secondo Ferraris l’Italia e il Mezzogiorno necessitano di un ammodernamento delle infrastrutture che hanno 60-70 anni di età e per farlo “occorre sempre più pianificare i progetti a vita intera, superando la logica dei lotti per accelerare i processi autorizzativi e attrarre sempre più investitori privati come i fondi infrastrutturali e non speculativi, che possono giocare un ruolo centrale nello sviluppo delle opere”.