“Tutti, ma proprio tutti, russavano nella stessa lingua”. Come nelle parole che li accompagnano in scena, gli attori dello spettacolo “Libri” – ispirato all’omonimo testo del poeta Roberto Roversi – si ritrovano a essere uguali sul palco. Diretti da Monica Felloni, ai Viagrande studios ci sono i ragazzi di due laboratori: quello teatrale realizzato da Nèon con il liceo Ettore Majorana di San Giovanni La Punta (in sala pure il sindaco Nino Bellia) e quello che la stessa associazione catanese dedica da anni ai “Corpi insoliti” e alla disabilità.
Due gruppi di una quarantina complessiva di elementi che si muovono in simbiosi al ritmo dei Blur, di Ravel, dei Verve e di Celentano, che incedono gioiosamente come in un varietà felliniano sulle note di “Voglio vivere così, col sole in fronte”, che danzano come schegge impazzite in un recinto di libri per ricordare l’importanza di ogni singolo volume. “Roversi – racconta Piero Ristagno, fondatore di Nèon con la regista – è uno scrittore straordinario che ci ha indicato la strada quando abbiamo creato l’associazione. Quest’anno ricorre il centenario della nascita. Non sono in tanti a conoscerlo, eppure era al livello dei più grandi intellettuali della seconda metà del Novecento. E amava a tal punto i libri che quando se ne separava era a loro che indirizzava la dedica”.
Dopo “Le troiane” (Spedalieri) e “Agamennone” (Boggio Lera), si conclude così la trilogia di rappresentazioni prodotte da Nèon con i licei etnei, tutte dirette dalla Felloni con l’aiuto di Manuela Partanni. “Arrivare insieme a uno slancio interpretativo – dice la regista -, creare comunità consapevoli della ‘spazialità’ emotiva dentro la quale si vive facendo teatro: se accade all’interprete, simultaneamente accadrà allo spettatore. Così speriamo”.