Era partito con la mamma a bordo di un’imbarcazione di fortuna in rotta verso Lampedusa, il bimbo di quattro anni morto in un naufragio avvenuto al largo dell’isola siciliana. Il piccolo non ce l’ha fatta, come potrebbe essere accaduto anche ad altri passeggeri del barchino, e il suo corpo senza vita è stato raccolto e portato assieme ad un’altra cinquantina di migranti, tra cui la madre, sulla nave Dattilo della guardia costiera giunta in mattinata al Porto di Reggio Calabria con circa 800 persone a bordo, la gran parte delle quali provenienti dall’hotspot dell’isola siciliana. Il bambino era di origine subsahariana e probabilmente di nazionalità nigeriana. Ancora sotto shock la donna che è riuscita a salvarsi dal naufragio. Per lei la Prefettura di Reggio Calabria, in considerazione del trauma subito, ha immediatamente disposto l’assistenza psicologica.
La notizia della presenza del cadavere del bambino circolata poco dopo l’attracco della Dattilo al molo di ponente del porto reggino, si è diffusa in un baleno provocato costernazione e sgomento tra i volontari e le forze dell’ordine che si occupano del dispositivo di accoglienza. L’equipaggio della nave della Guardia costiera ha avvertito la polizia di Stato che ha eseguito i controlli e informato l’autorità giudiziaria. Al termine delle operazioni di sbarco, coordinate dalla prefettura di Reggio Calabria, i 550 migranti destinati a Reggio Calabria sono stati accompagnati al centro di prima accoglienza allestito in una scuola in attesa di essere trasferiti in altre regioni in base a quanto previsto dal piano di riparto del Ministero dell’Interno. Altri 250 migranti, invece, sempe a bordo della Dattilo sono stati portati a Messina. Prosegue, intanto, il flusso di arrivi a Lampedusa dove all’alba di oggi, all’interno dell’hotspot di contrada Imbriacola, si contavano 1.522 ospiti alcuni dei quali arrivati nella notte. E, purtroppo, si ripetono le tragedie.
“Ho perso mia moglie – ha raccontato Jamid Sahid Mansarè di 34 anni, della Sierra Leone, ai sanitari del 118 e ai mediatori culturali all’ospedale civico di Palermo – durante la traversata nel deserto e un bimbo in mare. Se trovate un bimbo annegato è mio figlio. Siamo partiti in cinque. Io mia moglie e tre figli, due ragazzi e una ragazza. Adesso siamo rimasti noi tre – ha detto in inglese il migrante ai soccorritori – ed è stato terribile. Un viaggio disumano. Sono riuscito a salvare mio figlia e mia figlia. Purtroppo il più piccolo è morto annegato. Vi prego se trovate la salma fatemelo sapere. Voglio rivedere mio figlio”. La vicenda raccontata dall’uomo non sembrerebbe, però, avere nulla a che fare con quella del piccolo giunto cadavere a Reggio Calabria. La statistica degli sbarchi è in continuo aggiornamento. Dall’inizio del 2023 al 12 luglio sono 73.414 i migranti giunti in Italia, oltre il doppio dei 31.333 registrati nel 2022 e poco meno del triplo dei 24.502 del 2021. Ieri, lieve segnale di flessione degli arrivi giornalieri: i migranti sbarcati sono stati 218 mentre nello stesso giorno dello scorso anno erano stati 394.