L’epatocarcinoma è il tumore primitivo più frequente del fegato (90%) ed è tra le neoplasie maligne più diffuse al mondo; sul totale annuale delle morti per cancro, il 10.5% degli uomini (seconda solamente al tumore polmonare) e il 5.7% delle donne (al sesto posto dopo mammella, polmone, colon-retto, cervice uterina, stomaco) muore di epatocarcinoma. Insorge in oltre il 90% dei casi in pazienti già affetti da epatopatia cronica e cirrosi epatica. Il quadro già drammatico si completa con le previsioni di un raddoppio dell’incidenza di epatocarcinoma entro il 2030, a causa dell’invecchiamento della popolazione e della diffusione epidemica di obesità e diabete mellito di tipo 2, e dell’aumentato consumo di alcol, considerati oggi principali fattori di rischio. Tra questi ultimi è, invece, diminuita nel tempo l’incidenza di quelli virali, grazie alla possibilità di cura farmacologica delle epatiti B e C.
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di epatocarcinoma è ancora oggi tra le più basse in campo oncologico (intorno al 20%), a causa della diagnosi tardiva e dell’alta probabilità di recidiva. Pertanto è necessario promuovere campagne di screening e sorveglianza per ridurre i fattori di rischio e permettere una diagnosi tempestiva che consenta trattamenti radicali (trapianto di fegato, resezione, termoablazione per via percutanea); nei pazienti con diagnosi tardiva è possibile mettere in atto trattamenti (chemio e radio-embolizzazione, terapie sistemiche) che prolungano comunque la sopravvivenza, con risultati che negli ultimi anni sono sensibilmente migliorati, grazie soprattutto alla immunoterapia.
Considerata la complessità della diagnosi e cura di questo tumore, tutte le principali linee guida indicano nella costituzione di un team multidisciplinare, come quello istituito all’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, il requisito essenziale per la presa in carico dei pazienti affetti da carcinoma epatico dove il ruolo dell’epatologo rimane centrale per mantenere compensata la cirrosi epatica, che quasi sempre si associa al tumore. Proprio al team del nosocomio catanese è stata consegnata la Certificazione Bureau Veritas per il percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) dell’epatocarcinoma. Il Pdta sarà sottoposto a periodiche verifiche e valutazioni dell’attività svolta e degli obiettivi raggiunti, che permetteranno una completa trasparenza dei processi e degli esiti, nel rispetto delle raccomandazioni di buona pratica clinica. Le periodiche azioni di auditing interno ed esterno (grazie al supporto del Clinical Auditor) consentiranno di apportare tempestive correzioni, qualora si rilevassero scostamenti o non conformità.
Il gruppo oncologico multidisciplinare del carcinoma epatico, coordinato dal direttore del reparto di Epatologia, Maurizio Russello (nella foto con gli altri operatori del team) è composto dall’oncologo medico, dal radiologo diagnostico e interventistico, dal chirurgo epato-biliare, dall’anatomopatologo e dal case manager. Il team si avvale della costante collaborazione di altri specialisti quali il radioterapista, l’endocrinologo-diabetologo, il nutrizionista, il medico nucleare e il palliativista e terapista del dolore, nonché del supporto dei direttori dei dipartimenti di Oncologia (Roberto Bordonaro) e di Medicina (Marcello Romano). Il requisito principale per la gestione multidisciplinare del paziente oncologico è la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) che siano in grado di assicurare ai cittadini efficienza ed equità delle cure, evitare disagi e ritardi che potrebbero ridurne l’efficacia e peggiorare gli esiti attesi, ottimizzare l’allocazione delle risorse disponibili e rendere così sostenibili i costi sanitari. Il team multidisciplinare considera requisito essenziale per raggiungere questi obiettivi l’integrazione con la medicina territoriale.
“La certificazione – spiega Russello – fornisce ulteriore conferma e fiducia nella validità del nostro approccio, assicurando standard di cura e una completa integrazione con la rete regionale dell’epatocarcinoma, eccellenza della sanità siciliana”. Il team multidisciplinare dell’Arnas Garibaldi è uno dei 5 Centri Hub della rete siciliana dell’epatocarcinoma, in grado di assistere a 360 gradi il paziente affetto da questo tumore, comprendendo anche il Centro Trapianti Regionale Ismett di Palermo, garantendo le migliori terapie e le soluzioni più efficaci indipendentemente dalla sua residenza.