Arrivano altre critiche alla gestione dell’aeroporto di Catania. Per il ministro del Made in Italy Adolfo Urso “ormai è evidente che ci sia stata una mancata programmazione e che siano state carenti le verifiche sui programmi infrastrutturali, annunciati e mai realizzati. Il danno al sistema produttivo della Sicilia orientale è grave, sia per l’impatto immediato, e non solo sul campo turistico nel pieno della stagione, sia per quello reputazionale, che rischia di perdurare nel tempo. È passata una settimana e ancora non è chiaro quando ritorneremo alla cosiddetta normalità”.
Urso si sofferma sulle proteste della associazioni di impresa e dei sindacati: “In una città che potrebbe diventare un polo di sviluppo nazionale ed europeo questa situazione non è tollerabile. Ho già interessato il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Galeazzo Bignami, con delega al trasporto aereo, con cui mi sono sentito sin dalle prime ore dopo l’incidente. In tal senso solleciterò precise spiegazioni a Sac ed Enac, per quanto di loro competenza”.
Un altro ministro, quello delle Infrastrutture Matteo Salvini, convocherà “al più presto tutti i soggetti interessati alla gestione dell’aeroporto di Catania. L’obiettivo – dice il Mit – è accelerare il ritorno alla normalità, anche se la competenza diretta sulla gestione dell’aeroporto di Catania non è del dicastero di Porta Pia”.
E qualcuno sta tenendo i conti dei danni. Per Salvo Politino, presidente Assoesercenti Sicilia, “si stima una perdita di circa 40 milioni di euro al giorno. A essere coinvolti non saranno solo i turisti, ma soprattutto l’indotto con le imprese del trasporto, ncc, bus, taxi, la filiera turistica in generale, con particolare riferimento a hotel, b&b, bar, ristoranti, agenzie di viaggio. Il danno riguarda non solo gli arrivi ma anche le partenze. Catania, nel centro storico e non solo, sembra avvolta da una certa desertificazione per il mancato arrivo dei turisti, fatto questo che ha totalmente stravolto le aspettative economiche degli operatori della filiera turistica. Sorge spontaneo il quesito: chi pagherà per i mancati introiti agli operatori economici? Può un aeroporto internazionale come quello di Catania entrare in crisi per un incendio circoscritto?”.