WASHINGTON – Gli Stati Uniti bruciano, l’Uruguay è a secco e la Corea del sud è travolta da piogge torrenziali, mentre il Canada è ancora sotto la minaccia degli incendi. Che sia il caldo torrido o le alluvioni senza precedenti, il clima estremo sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone da Los Angeles a Seul. Negli Usa è scattata l’allerta per 113 milioni di americani negli Stati del sud e dell’ovest con temperature che, nei prossimi giorni, non scenderanno mai sotto i 43 gradi. Al quinto giorno consecutivo sopra i 40 alcuni abitanti di Phoenix, in Arizona, hanno postato sui social media foto del catrame che si scioglie sui tetti delle case e di uova che si cuociono al sole come fossero sui fornelli. In Texas, la città di El Paso è arrivata al suo 27esimo giorno sopra i 37,7 gradi e nella famosa Death Valley, in California, sono previsti in settimana fino a 54 gradi, il record assoluto per uno dei luoghi più caldi al mondo.
Parchi, musei, zoo e negozi in tutti gli Stati colpiti dall’ondata di caldo torrido hanno chiuso, oppure cambiato orari e gli ospedali hanno registrato un picco nei ricoveri per malesseri legati alla calura. Le autorità locali hanno avvertito la popolazione di non uscire e di evitare attività fisica all’aperto. A Las Vegas, dove nei prossimi giorni la temperatura potrebbe arrivare al massimo storico di 47 gradi, il servizio meteo locale ha ammonito su Twitter che “non si tratta del solito caldo del deserto e va preso molto sul serio”. La Casa Bianca ha annunciato il lancio di una “strategia nazionale contro il caldo”. “Milioni di americani sono colpiti da ondate di caldo estremo, che stanno crescendo in intensità, frequenza e durata a causa dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato Joe Biden in una nota.
Sulla costa opposta degli Stati Uniti, il Vermont sta invece facendo ancora i conti con gli effetti delle piogge devastanti che nei giorni scorsi hanno ucciso una persona. Biden ha dichiarato lo stato d’emergenza, mentre si aspettano nuovi temporali per l’inizio della settimana. Anche la Corea del Sud è stata colpita da forti piogge che hanno causato inondazioni e smottamenti con un bilancio drammatico di almeno 24 morti e dieci dispersi. Al contrario, in Uruguay più della metà dei 3,5 milioni di cittadini non ha accesso all’acqua potabile del rubinetto dopo tre anni consecutivi di siccità che hanno quasi svuotato il serbatoio di acqua dolce. Una piaga in uno dei Paesi più ricchi del Sud America con il 35% della popolazione che, secondo un sondaggio dello scorso maggio, ha smesso di bere acqua tout court. Il governo ha abbassato i prezzi di quella minerale e ha assicurato che distribuirà 500.000 bottiglie nelle aree più colpite. E in Canada ci sono ancora quasi mille fuochi attivi, mentre si calcola che i mega incendi delle scorse settimane abbiano bruciato più di 10 milioni di ettari, una cifra record rispetto ai 7,3 milioni di ettari bruciati nel 1989.