“In Sicilia forestali precari e mal utilizzati”

Il Wwf punta il dito contro la Regione e i piromani

PALERMO – “In Sicilia si sta rivivendo un incubo ormai ricorrente”. il Wwf punta il dito contro la Regione e i piromani. “Ettari ed ettari di natura preziosissima stanno andando in fumo. Si tratta degli effetti del cambiamento climatico, proprio per queste ragioni, però, istituzioni ed enti preposti non possono dirsi sorpresi. Già lo scorso anno gli incendi in Sicilia avevano percorso 56 mila ettari con i danni e i costi diretti per gli interventi stimati in circa 22 milioni. Come segnalato anche da Salvatore Cocina, dirigente generale della protezione civile della Sicilia, si stima – aggiungono gli ambientalisti – che servirebbero non meno di 300 vigili del fuoco in più e che gli uomini della Forestale regionale siano sotto organico di circa 400 unità. Logico domandarsi se gli oltre 20mila forestali contrattualizzati annualmente dalla Regione siano correttamente impiegati. L’obiettivo dovrebbe essere quello di trasformare il costo degli operai, stimato dalla Corte dei conti in oltre 60 milioni di euro l’anno, in un investimento in termine di prevenzione e supporto in caso di necessità. Si tratta di problemi che il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, dovrebbe conoscere molto bene. Per questo stupiscono ancor di più le carenze soprattutto di mezzi che si sono evidenziate negli ultimi giorni e ieri, quando ben 6 Canadair sono andati in avaria”.

“La Sicilia – conclude il Wwf – deve uscire dal paradosso di essere tra le ultime regioni italiane per copertura forestale (secondo l’inventario forestale nazionale sono 381.647 gli ettari boscati della Regione) e allo stesso tempo, nonostante abbia il più alto numero di persone dedicato alla gestione e alla sorveglianza, nell’ultimo decennio è stata fra le prime regioni d’Italia per le superfici coperte dal fuoco. Nell’immediato va creato un gruppo investigativo permanente di interforze che contrasti l’attività dei criminali. Di fatto continua ad esistere un sistema fatto di precarietà, di aspettative legittime e non, di grovigli di interessi, di trascuratezza nella cura del personale compreso il mancato rinnovamento”.

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