CASTELLAMMARE DEL GOLFO – Per aumentare i costi della costruzione del porto di Castellammare del Golfo avrebbero dichiarato che i fondali friabili e sabbiosi fossero di roccia, trasportando in cantiere della pietra dura proveniente da una cava vicina. I carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per due milioni, emesso dal gip di Trapani, nei confronti della società del settore edile che ha vinto l’appalto della Regione siciliana per il rifacimento dell’infrastruttura. Il provvedimento scaturisce da un’indagine, inizialmente diretta dalla Dda di Palermo, nei confronti del clan mafioso di Castellammare del Golfo, che si era conclusa nel giugno di tre anni fa con l’arresto dell’allora reggente e di altri presunti affiliati.