SIRACUSA – “Stanno bene ma sono impauriti. Sono stati legati a bordo e maltrattati dai libici. E’ stato un trauma: il comandante con l’equipaggio hanno detto che non continueranno senza protezione a mare. Si sono preoccupati. Non si sentono più di stare una settimana, dieci giorni in mare”. A dirlo è Antonino Moscuzza, l’armatore di Orizzonte, il motopesca del compartimento di Siracusa attaccato da una motovedetta libica a 95 miglia dalle coste. Lo stesso Moscuzza ha raccolto il racconto di quelle drammatiche ore: “Stavano dormendo quando hanno sentito gli spari. Hanno messo subito in moto l’imbarcazione per fuggire temendo per la propria incolumità ma poi si sono fermati”.
Secondo il racconto dell’equipaggio la motovedetta dopo le raffiche di mitra sparate ad altezza uomo, come evidente dai buchi sul motopesca, è andata addosso all’imbarcazione e i militari sono saliti a bordo. Avrebbero chiesto soldi, hanno tolto loro la sim del telefono satellitare e li hanno legati. Poco dopo è giunto un elicottero della Marina e i militari libici sono risaliti sulla motovedetta e sono andati via. “Per noi è la rovina – conclude Moscuzza -: fermare una barca in questo periodo è impensabile. Dovremo fare un altro equipaggio per far uscire questa imbarcazione. Non so i danni che ha subito il motopesca. Con il pescato a bordo non coprirò neanche il gasolio”.