PALERMO – Ha ammesso i fatti che la procura gli contesta Mario Di Ferro, il gestore del ristorante palermitano Villa Zito accusato di avere ceduto cocaina a diversi clienti della cosiddetta Palermo bene tra i quali l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Di Ferro, ai domiciliari con le accuse di cessione di sostanze stupefacenti, è stato sentito dal gip di Palermo nel corso dell’interrogatorio di garanzia e ha risposto per un’ora alle domande in presenza del pm Giovanni Antoci. L’indagine che ha portato all’arresto del ristoratore coinvolge anche tre dipendenti del locale, che sarebbero stati utilizzati nell’attività di spaccio e Gioacchino e Salvatore Salamone, che, secondo l’accusa, avrebbero fornito allo chef la droga.
“Facevo uso di stupefacenti e con alcuni amici di una vita accadeva che io mi procurassi la cocaina e gliela facessi avere. Poi loro mi davano i soldi che avevo speso, ma io non ho mai guadagnato nulla dalla cessione di stupefacenti. Era una cortesia tra persone che fanno uso di droga”, ha detto Di Ferro, rispondendo al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Di Ferro, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, ha quindi confermato i fatti che gli contesta la Procura di Palermo smentendo però di aver guadagnato dalla cessione della droga. L’indagato ha quindi confessato di aver consegnato la cocaina sia a Miccichè sia a Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff dell’attuale presidente dell’Ars, mentre ha negato di aver mai dato eroina al cantante Analfino, pure finito nelle intercettazioni. “Stavamo scherzando al telefono”, ha spiegato. Il ristoratore ha sostenuto di aver avviato un percorso di disintossicazione.
Sulla questione è stato sentito anche Stefano Sucato, l’autista dell’Assemblea regionale siciliana, che non è indagato nell’inchiesta: “Sono sereno, ai pm della Procura di Palermo ho riferito tutto. Mi sono presentato spontaneamente”. Sucato ha riferito ai pm di essere stato lui ad accompagnare a villa Zito con l’auto blu, fotografata dagli investigatori, Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che in quell’occasione, secondo gli inquirenti, avrebbe acquistato cocaina dallo chef Di Ferro.
“Io ho solo accompagnato questa persona, ovviamente non sapevo cosa dovesse fare. Come sempre, perché rientra nel mio lavoro che faccio da 30 anni, ho svolto il servizio dopo avere ricevuto la disposizione verbale. Il mio compito è fare l’autista. Da quando sono stato in Procura – aggiunge Stefano Sucato – non ho mai parlato con alcun giornalista e non intendo farlo, perché c’è una indagine in corso e io ho molto rispetto del lavoro della magistratura. La stampa fa il proprio mestiere per carità – conclude – Per quanto mi riguarda non ho mai fatto dichiarazioni fino ad oggi e non le farò perché ho già riferito quello che dovevo ai pm”.