CATANIA – Polemiche in corso sulle condizioni di sicurezza dell’aeroporto di Catania dopo l’incendio di domenica sera. In una nota il sindacato addetti polizia (Siap) di Catania denuncia come “da mesi il Siap ha dovuto accertare con varie difficoltà le condizioni dei luoghi di lavoro presenti per i soli operatori di Polizia di Frontiera presso l’aeroporto Bellini, condizioni che sono legate ai sistemi strutturali e di sicurezza aeroportuali a nostro avviso insufficienti e purtroppo con l’incidente occorso la sera del 16 scorso si sono verificate molte cose che temevamo, fortunatamente senza gravi incidenti a persone”.
Il sindacato dice di aver compiuto accertamenti sul campo durati tre mesi segnalando “le criticità, le poche informazioni, le scarse formazioni riguardo i luoghi e le procedure per eventuali evacuazioni soprattutto dove operano le attività di Polizia di Frontiera e a maggior ragione, in caso di evacuazione dei passeggeri” e di aver chiesto un incontro con i vertici della Sac, richiesta “del tutto ignorata”.
“Sicuramente – dice il Siap – c’è da fare chiarezza su chi e quando è intervenuto perché al netto del pronto intervento dei vigili del fuoco, l’intera area aeroportuale è stata invasa dal fumo acre e da polveri sottili che hanno reso l’aerostazione impraticabile. Le persone girovagavano, non c’è stata una evacuazione organizzata ma un fai da te, un fuggi fuggi che poteva diventare pericoloso. Riteniamo anche incomprensibile la scelta di non indicare una via di fuga e area sicura esterna”. Il Siap aggiunge che il dipartimento della Polizia, sollecitato da tempo per l’invio di agenti, “non ha minimamente supportato queste richieste”. Il sindacato osserva che il numero dei poliziotti è insufficiente e che gli agenti “sono costretti a lavorare con orari di oltre 10 ore e senza infrastrutture adeguate”.