“Troncare la speranza di un domani migliore a ben 9000 famiglie catanesi in difficoltà è disumano. Persone che non possono pagare affitti e che non trovano lavoro, si sono viste bocciare ogni possibilità di sostegno dal governo nazionale. E tutto ciò attraverso un freddo sms”. Il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, interviene così sull’interruzione del reddito di cittadinanza. Catania si trova al quarto posto tra le città italiane per numero di sospensioni.
Per la Cgil etnea “si tratta di un nuovo allarme che pregiudica una situazione già drammatica a causa delle ripetute crisi che si sono succedute in questi anni a Catania, pandemia inclusa, e gli ultimi strappi causati dalla recentissima inflazione. Non a caso l’attenzione del sindacato è adesso rivolta più che mai allo sciopero nazionale del 7 ottobre che culminerà con una grande manifestazione a Roma. A Catania l’autunno in arrivo si preannuncia più caldo dei precedenti. Senza sostegno per troppe famiglie è impossibile sopravvivere, così come reputiamo impossibile che le responsabilità di queste persone vengano adesso scaricate sulle spalle dei Comuni che non hanno le possibilità economiche ma neppure il personale per intervenire con efficacia. Smentiamo inoltre con forza che si tratta di cittadini che non cercano lavoro; molti di loro hanno superato i 50 anni e sono tagliati fuori dal mercato. Vorrebbero lavorare ma non trovano opportunità”.
Secondo le nuove regole, chi è occupabile potrà chiedere di frequentare un corso di formazione, ma secondo la Cgil, questo non avverrà prima di settembre, nel migliore dei casi. “Non può essere questa la soluzione per i nostri concittadini. I nostri governanti devono comprendere che gli atteggiamenti punitivi e le scelte poco concrete non portano da nessuna parte”.
Sulla questione manifesta grande preoccupazione anche il presidente degli Assistenti sociali della Sicilia, Giuseppe Ciulla: “Il grave episodio di Terrasini dove un ex percettore di rdc ha minacciato di dar fuoco alla stanza del sindaco, dà la misura della tensione di queste ore. Ho inviato una nota al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Famiglia, all’Anci, ai prefetti e al direttore regionale dell’Inps per comunicare l’allarme che arriva dai territori e chiedere interventi urgenti”.
Ciulla sottolinea come il testo del messaggio inviato dall’Inps riporti la dicitura ”in attesa della presa in carico dei Servizi sociali”, scaricando sugli enti locali qualunque responsabilità di accertamento e soluzione immediata e generando nelle persone non più beneficiarie di rdc rabbia e aggressività nei confronti degli assistenti sociali. “Il risultato – dice Ciulla – è una forte pressione sui Servizi sociali territoriali e in particolare sugli assistenti sociali, carenti ancora in molte aree della Sicilia (ben sotto i parametri Lep di un assistente ogni 5.000 abitanti) e che si troveranno a gestire migliaia di situazioni di persone, tra i 18 e i 59 anni, sconosciute perché, fin qui, prese in carico da Anpal o dai Centri per l’Impiego”.