LAMPEDUSA – Quattro bare, fra cui quella del bambino ivoriano di un anno e mezzo morto in uno dei naufragi all’inizio del mese, stanno viaggiando, sul traghetto di linea Galaxy, verso Porto Empedocle. A disporre il trasferimento è stata la Prefettura. Tre verranno trasferite nel cimitero di Palma di Montechiaro e una, quella del piccolo, a Favara. Nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana di Lampedusa è rimasta soltanto la bara dell’ivoriano 56enne, il cui corpo è stato ripescato stamattina, a circa 6 miglia dall’isolotto di Lampione, da un pattugliatore della Guardia di finanza.
Fra i migranti morti, le cui salme sono in corso di trasferimento, anche quella di una donna che è dal 27 aprile che era all’obitorio di Lampedusa e poi quelle del bimbo e della donna che viaggiavano sui due barchini naufragati all’inizio di agosto. Allora i superstiti furono complessivamente 57 e 33 i dispersi. Quando uno dei due barchini, partiti da Sfax in Tunisia, si è all’improvviso inabissato Miriam, 23 anni, è rimasta per ore, tenendo in braccio il figlioletto, nel mare in tempesta. La giovane stremata dalla stanchezza e dal freddo ha affidato il piccolo a un giovane connazionale che era in acqua accanto a lei. Voleva salvarlo, cercava disperatamente di dargli la possibilità di sopravvivere. Miriam è stata soccorsa da militari di una delle due motovedette della Guardia costiera intervenute. Il connazionale invece è salito sull’altra unità di soccorso. La donna credeva che connazionale e figlio, soccorsi da un’altra imbarcazione, fossero in un’altra struttura o in ospedale. Solo l’indomani, la 23enne ha saputo che il piccolo era arrivato morto e il suo corpo era sull’isola.