“Ho attraversato paludi senza prendere la malaria”

Musumeci si difende dalle accuse di inadempienze come governatore

“Nel mio percorso politico credo di aver attraversato le paludi senza mai prendere la malaria”. Così il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha replicato alle accuse di inadempienze durante il suo incarico da governatore della Sicilia che gli sono state rivolte in seguito ai danni del maltempo che hanno colpito l’Italia nei giorni scorsi. “Lo dico con umiltà e senza superbia ma con la serena consapevolezza di aver fatto sempre il mio dovere”, – ha detto durante l’informativa al Senato, citando alcuni dei provvedimenti adottati durante la sua presidenza alla regione Sicilia come “l’istituzione dell’autorità di bacino, la legge urbanistica, il collaudo di 18 dighe e la pulitura dei fiumi”.

La risposta di Musumeci è diretta alle accuse formulate dal capogruppo Avs a Palazzo Madama, Peppe De Cristofaro che aveva dichiarato: “Il ministro della Protezione Civile Musumeci da presidente di regione non è stato capace di mettere in atto un piano di prevenzione per proteggere la Sicilia dagli incendi e dalla follia dei piromani, ma sponsorizza il ponte sullo Stretto di Messina. Un’offesa non solo all’intelligenza di tutti noi, ma anche alla decenza”.

Sull’operato di Musumeci botta e risposta, in Aula, tra il presidente del Senato Ignazio La Russa e la senatrice del M5s Concetta Damante, intervenuta sull’informativa del ministro della Protezione civile in merito al maltempo dei giorni scorsi. Damante ha contestato il ministro di Fratelli d’Italia, partendo dalla sua precedente esperienza di presidente della Regione siciliana negli anni in cui Damante era deputata di quell’assemblea. “Io e i siciliani la conosciamo bene, ministro – ha esordito la senatrice di Gela – e conosciamo il suo modo di fare politica, anzi di non fare politica, di non governare i processi politici e conosciamo la sua storia di come abbia barattato la Sicilia per un posto qui in Parlamento”.

La Russa l’ha bacchettata perché il suo intervento era fuori tema. Prima le ha chiesto di rivolgersi direttamente al presidente, e non al ministro, ricordandole che “sta parlando con un rappresentante del governo italiano”. Poi ha sottolineato: “La prego di ricordarsi che è senatrice del Senato italiano” e subito dopo è sbottato: “Stiamo parlando di una informativa e non della storia del ministro, sulla quale è legittimo avere opinioni controverse ma non è legittimo parlarne ora”. Damante ha replicato dicendo che il ministro “ha dato la responsabilità a eventi fortuiti per quel che ha subito la Sicilia”. Ma la tensione è continuata a fine intervento quando un altro pentastellato, il senatore Bruno Marton, è intervenuto in Aula a difesa di Damante prendendosela con il presidente a cui avrebbe detto “Smettila!”. Dal microfono La Russa gli ha risposto: “Smettila’ lo dirà a un suo collega di partito, con me si rivolga diversamente. La richiamo all’ordine”. Quindi ha concluso: “Damante ha potuto esprimere fino in fondo il suo intervento senza disturbo. In altre occasioni con un intervento così, non so che succedeva”.

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