SIRACUSA – I carabinieri di Erice stanno indagando per chiarire i contorni di una vicenda denunciata dall’attrice di teatro civile e blogger Tiziana Di Masi invitata a presentarsi a un appuntamento, dopo un diverbio col gestore di uno stabilimento balneare di Pachino, da un uomo che al telefono ha detto di essere della polizia. Si è poi scoperto che era solo un escamotage per attirare la donna.
In Sicilia per visitare, assieme a un giornalista, alcuni stabilimenti balneari per inserirli in una guida di settore alla quale lavora, la blogger racconta: “Col collega giornalista, come facciamo sempre, abbiamo raggiunto lo stabilimento balneare su segnalazione di alcuni conoscenti. Ci siamo presentati al proprietario e gli abbiamo spiegato il motivo della nostra presenza. Non chiediamo ovviamente denaro né compensi, la nostra attività si basa su sponsor che ci permettono di girare l’Italia per stilare le nostre guide. Ci ha invitati ad attendere venti minuti, abbiamo declinato l’offerta di una bibita ma, facendo molto caldo, abbiamo chiesto se nell’attesa potevamo fare un bagno al mare. Ottenuto il consenso ci siamo tuffati, ma poco dopo siamo stati invitati dal proprietario in modo brusco ad uscire. A quel punto l’uomo ha cominciato ad aggredirci verbalmente, accusandoci di essere degli scrocconi, nonostante gli avessi ribadito quale fosse il motivo della nostra presenza, dandogli il mio biglietto da visita mentre il mio collega ribadiva di essere un giornalista professionista, ma per tutta risposta quell’uomo ha tentato di sottrargli il pc”.
Prese le proprie cose i due sono andati via. “Sotto choc per l’accaduto mentre guidavo ho ricevuto una telefonata, l’interlocutore si è qualificato come un agente di polizia del commissariato di Noto – prosegue la donna – invitandoci a tornare nello stabilimento. Dopo aver fatto inversione, però, ci siamo resi conto dell’anomalia di quella telefonata. Abbiamo chiamato il commissariato di Noto e il poliziotto ha escluso che quella telefonata l’avessero fatta loro. Anzi ci ha invitati a non andare all’appuntamento perché sarebbe stato pericoloso”. Nella denuncia ai carabinieri Di Masi ha consegnato anche il numero di telefono dal quale aveva ricevuto la chiamata dal finto poliziotto, ma pare che la scheda fosse stata già disattivata. “Non ci era mai capitata una cosa del genere, abbiamo avuto paura”, afferma la blogger.